E’ partito dal punk per approdare a ballad struggenti e crepuscolari che riflettono la sua vita all’insegna del rock, della grande musica, ma anche della poesia, della narrativa, della attenta osservazione del mondo che ci circonda con un occhio rivolto a storie di vite vissute degne di raccontare nei suoi programmi radiofonici. “Un viaggio incredibile” che pone Enrico Ruggeri fra gli artisti più importanti del nostro panorama musicale.
Se c’è veramente un Big, fra i venti in gara a Sanremo, questo è senza dubbio lui, titolo che gli appartiene a pieno titolo non tanto perché è un veterano della manifestazione canora con le sue dieci partecipazioni (la prima nel 1980 con i Decibel appena tornato da Londra col celebre “Contessa”) e per le sue due vittorie (“Si può dare di più” con Tozzi e Morandi, 1987 e “Mistero” del 1993), ma perché Ruggeri ha dedicato sempre tutto sé stesso alla musica, interpretando brani mai banali e scrivendo pagine indimenticabili che sono rimaste nel tempo.
Basta citare il suo “Quello che le donne non dicono” portato al successo dalla Mannoia, per capire il perché il “Rouge” sia anche un autore di talento e di grande sensibilità come pochi. Un artista fuori dai giri che contano e al di là delle mode che durano un soffio che è pronto a rimettersi in gioco sul palco dell’Ariston fra giovani rampanti dei talent e colleghi in cerca di fortuna, con un brano che comunque lascerà il segno: “Il primo amore non si scorda mai”.
Non un pezzo sulla nostalgia dei primi palpiti del cuore, ma un reggae che prende via via il passo rock sull’innamoramento di ognuno dell’idea dell’amore: “Siamo il prodotto di gioia e dolore, di segni che lascia la vita, figli di sogni segreti perduti nel vento, innamorati di giorni d’amore magari nemmeno vissuti…”.
Ruggeri che nella serata dedicata alle Cover omaggerà la poesia degli Alunni del Sole riproponendo “A canzuncella”, sta ultimando un altro romanzo ed ha realizzato un nuovo disco che uscirà proprio nei giorni del festival, un doppio CD con nove inediti tra cui il brano sanremese e storie particolari come quelle che raccontano il volo di D’Annunzio su Vienna, la vita di una badante e il Rugby. Ci sono poi anche alcuni dei suoi più successi più amati (“Rien ne va plus”, “Il portiere di notte”, “Petre Pan” ecc.) riproposti in una chiave più attuale e quattro cover di brani di David Bowie (“Life on Mars?”, “The Jean Genie”, “All The Young Dudes”e “Diamond Dogs”), sentito omaggio ad un artista a cui si è sempre ispirato e che aveva già interpretato in passato.
Il disco s’intitola “Un viaggio incredibile” e ben fotografa quello che è stato il suo percorso nella musica e nella vita. Un racconto appassionante e appassionato dai toni crepuscolari e affascinanti attraverso il quale ancora una volta Enrico Ruggeri si conferma autore che non insegue l’effimero ma la concretezza e sa coniugare la poesia alla musica con gusto e potenza della scrittura. Da grande artista qual è.