Si è spento a 85 anni a Caldwell, New Jersey, il batterista Andy White: a stroncarlo è stato un ictus. L’artista, apprezzato negli ambienti musicali professionistici, nonostante la collaborazione con numerose star internazionali non è mai riuscito a diventare famoso presso il grande pubblico.
L’unica occasione di celebebrità gli cpaitò per mano l’11 settembre 1962, quando fu convocato in extremis ai celebri studi londinesi di Abbey Road per completare la sezione ritmica che avrebbe dovuto incidere il singolo ‘Love me do’, disco d’esordio dei Beatles, un gruppo ancora sconosciuto. Andy White potè quindi essere Beatle per un giorno perché il produttore George Martin diffidava di Ringo Starr, di cui non apprezzava la tecnica. Martin incaricò uno dei propri assistenti, Ron Richards (futuro scopritore degli Hollies di Graham Nash), di rivolgersi al sindacato cui era iscritto White per trovare un sostituto. Richards offrì quindi il lavoro a White che suonò per tre ore la batteria con il gruppo. Da allora il nome con cui venne etichettato nel mondo della musica fu ‘Beatle per un giorno’.
Conclusa in tre ore l’esperienza con i Beatles, White coninuò a collaborare con grandi artisti come Burt Bacharach, Rod Stewart, degli Herman’s Hermits, Chuck Berry, Bill Fury, i Platters e Bill Haley & His Comets. Accompagnò anche una matura Marlene Dietrich nei suoi spettacoli di cabaret tedesco. Infine si ritirò, stabilendosi definitivamente negli Usa.