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La rivoluzione dei Negramaro

Il ritorno della band salentina con il nuovo album. Un sound coinvolgente e rock per un’enciclica laica che mette al centro l’uomo.

La rivoluzione dei Negramaro
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25 Settembre 2015 - 11.43


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di Francesco Troncarelli

[url”@effetronky”]https://twitter.com/effetronky[/url]

Musica, poesia, emozioni, sentimenti, passioni, in una sola parola, arte. L’arte che smuove gli animi e scuote le coscienze. Questa è la “rivoluzione” di cui si fanno portatori sani i Negramaro con il loro ultimo progetto in uscita, dopo una lunga e coinvolgente attesa condita da varie anticipazioni.
E’ un disco che ti prende molto già al primo ascolto, che va dritto al cuore, un disco maturo e ben strutturato, con i suoi testi profondi e mai banali che raccontano la vita e l’umanità di chi la vive, con la ritmica di una musica particolare frutto delle esperienze con cui il gruppo è cresciuto e si è alimentato. Una musica che ha un sapore vintage ma allo stesso tempo attuale con riferimenti al blues, all’elettronica e al rock.

Questo nuovo album di inediti in studio esce cinque anni dopo il grande successo del multiplatino “Casa 69” . E’ un disco intenso e carico con dodici canzoni che suonano come hits sorrette da un suono “Negramaro 100%” mixato da Jacquire King (in precedenza al lavoro con artisti del calibro di Bon Jovi, Kings Of Leon, Editors e Norah Jones). E’ stato registrato tra Milano, Madrid, New York, Nashville, oltre naturalmente a diverse località della Puglia terra di riferimento e di forti influenze culturali.

Ne “La rivoluzione sta arrivando” insomma c’è il meglio del suono e della tecnica internazionali mescolati sapientemente con il Dna musicale patrimonio della band, e il risultato di questo riuscito mixer è un disco capace di restituire perfettamente il suono potente e inconfondibile che contraddistingue i loro acclamatissimi ed entusiasmanti live.

La loro “rivoluzione” finalmente arrivata, è stata anticipata dai singoli “Sei tu la mia città” pubblicato ad aprile e “Attenta” in agosto, mentre titolo e copertina sono stati rivelati con l’ausilio di Twitter, rendendo nota l’immagine un pezzo per volta a seconda del numero crescente di hashtag “#LaRivoluzioneStaArrivando” pubblicati dai fan.

La copertina si deve al bassista Ermanno Carlà e rappresenta una Jolly Roger, ovvero la bandiera dei pirati, rivisitata in chiave Negramaro. È un logo immediato e di forte impatto che sintetizza due stati d’animo opposti: la felicità della vita e la paura della morte.

Il titolo deciso dalla band salentino sembra molto pretenzioso, quasi un manifesto di un programma politico, in realtà dice una cosa molto semplice, sono le piccole cose che cambiano il mondo. Ecco così che la rivoluzione si manifesta anche sui testi e le tematiche che giocano su continui rimandi tra il piccolo e il grande, tra il dentro e il fuori, tra l’io e il noi fino a costruire una sorta di enciclica laica ambiziosa e accorata che celebra la vita, l’uomo e la natura che lo circonda.

Poesia e musica, l’uomo e i sentimenti, il quotidiano e la realtà, cosa c’è di più rivoluzionario in queste “piccole”, semplici parole? Significativo al riguardo il pensiero del frontman del gruppo Giuliano Sangiorgi, su chi sia rivoluzionario in questo momento storico che stiamo vivendo: “Papa Francesco è rivoluzionario, Renzi non lo so. Ma sono sicuro che i rivoluzionari di oggi sono i migranti, chi li accoglie e chi cerca di cambiare se stesso di fronte alle immagini di un bambino morto sulla spiaggia”.

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