Le attiviste e femministe punk del gruppo russo delle Pussy Riot sono arrivate a Glastonbury Festival, universalmente riconosciuto come uno degli appuntamenti musicali più cool dell’anno, per esibirsi in concerto.
Prima di salire sul palco, Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina e Pyotr Verzilov – le tre componenti del gruppo – hanno rilasciato alcune interviste e hanno spiegato perché dal backstage del Leftfield, hanno deciso di dichiarare la Repubblica popolare e indipendente di Glastonbury: per farlo hanno utilizzato coe “scenografia” un avanzo di un furgone militare dell’esercito di Vladimir Putin.
E propio al presidente russo dedicano parte del loro intervento, spiegando che un posto del genere, pieno di ispirazione e di libertà, non è per nulla adatto a lui. Ed è da Glastonbury che le Pussy Riot sono tornate ad attaccare la politica di Mosca, che vieta le parate militari e che mette in carcere chi la pensa diversamente.
Nelle dichiarazioni, con ironia, hanno poi confrontato i servizi igenici del festival con quelli delle prigioni russe: “Non sono per niente male – hanno spiegato -. Almeno qui, nella nostra Repubblica, ci sono le porte”.
Le Pussy Riot si sono dette colpite dal Festival perchè “molto politico”, “rock” dove la gente va per trovare “ispirazione”. In Russia hanno spiegato che esistono anche manifestazioni del genere ma che, siccome sono fonte di denaro, sono gestite dal governo centrale e quindi non tutti hanno la possibilità di esibirsi, perché in Russia l’unica libertà, secondo le tre cantanti, si può trovare “solo in alcuni dei club underground, che cercano di fare festival indipendenti e di avere un seguito”.