Undici gruppi tra gruppi e dee jay nazionali e internazionali di generi e stili differenti, dal rock all’hip hop, dal reggae all’house per la seconda edizione di Univercity Festival, la manifestazione ideata e organizzata da un collettivo di associazioni studentesche e culturali, in programma alla Cittadella Universitaria di Monserrato il Primo Maggio 2015. Al centro dei riflettori – si legge nella nota di presentazione – a partire dalle 15 del pomeriggio e fino a dopo il tramonto, un folto cast di artisti: i sardi Madh e Salmo, la band toscana The Zen Circus, uno dei dj del collettivo napoletano Daddy’s Groove e il dj e produttore olandese Joeysuki, ai quali si affiancano Bujumannu & Stone Republic e i dj Laddo e Alessio Mereu. In apertura due band emergenti, Lyrical Dropperz e Soda Yells, selezionate da un contest musicale che si è sviluppato negli scorsi mesi.
Organizzata dai gruppi e associazioni universitarie Studenti Ajò, Amici del divertimento, Goliardia universitaria, Escape e Trip hole, questa seconda edizione di Univercity Festival comincia a mezzogiorno, con alcuni momenti dedicati allo sport, tra cui due tornei, uno di calcio 3vs3 e uno di pallavolo, più l’apertura di uno spazio “gaming” con gonfiabili e videogiochi vintage, e alcune aree lounge.
Il compito di dare il via alla musica spetta (alle 15) a due band emergenti sarde: il trio hip hop Lyrical Dropperz e il gruppo stoner rock Soda Yells, che hanno vinto la finale del 24 aprile di “The contest”, il concorso, cominciato lo scorso marzo, che ha visto alternarsi sui palchi del Fabrik di Cagliari e dell’F.B.I. di Quartu Sant’Elena 20 progetti, selezionati tra 128 candidature. Alle 16.15, le sonorità reggae, dancehall, hip hop, ska e rap core di Bujumannu, ovvero Simone Pireddu, dal 2005 voce del gruppo Train to roots, qui nella sua veste solista insieme agli Stone Republic. Alle 17.45, si prosegue con The Zen Circus, da Pisa: sono considerati “la parte rozza, caotica e ruspante di quello che loro ancora faticano a chiamare indie rock”, “l’ultima vera punk band nostrana”, la “live band più trascinante del paese, sicuramente fra le più attive”. Sulle scene da metà anni Novanta, propongono un misto tra punk rock di stampa americano, beat e canzone d’autore.
A seguire (alle 19) spazio a Madh, ovvero Marco Cappai, cantante di Carbonia, classe 1993, diventato celebre lo scorso anno grazie al talent show televisivo “X Factor”, nel quale si è classificato al secondo posto. È autodidatta e compone brani con arrangiamenti rap e black soul. Ancora a un artista sardo (di Olbia, in questo caso), ma ormai di stanza a Milano, spetta entrare nel vivo della serata, alle 20.30: Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, il rapper del momento, merito del personale modo di intendere il rap dell’artista gallurese, memore dei suoi trascorsi negli ambienti metal, punk-rock e hardcore. A riscaldare la platea, alle 22, il dee jay cagliaritano Laddo, in attesa dell’arrivo di uno dei dee jay del Daddy’s Groove, il nome del collettivo napoletano, protagonista di un’ora e mezza di musica house ed elettronica.
Uno dei momenti più attesi del festival si concretizza a mezzanotte, con il set dell’unico ospite internazionale della serata: Joeysuki, dee jay e produttore olandese, che deve però il suo successo agli Stati Uniti, dove è stato protagonista di un fortunatissimo tour nel 2014, prima di affermarsi ulteriormente in Europa e, in seguito, anche in India, Indonesia e Sud Africa. Ha avuto il piacere di lavorare con artisti del calibro di Hardwell, Kill the Buzz e Firebeatz. Al cagliaritano Alessio Mereu, dall’1.30 del mattino, il compito di chiudere il festival, con sonorità techno, house e minimal.
«Univercity Festival è a tutti gli effetti un progetto per gli universitari – spiega Fabrizio Mattu, presidente dell’associazione Unvercity – ci sono solo studenti nel nostro staff operativo e l’obiettivo finale, oltre a offrire una giornata dedicata alla musica e alla creatività, è destinare parte del ricavato a borse di studio per i nostri colleghi. Il tra 5 e 10 percento dell’incasso sarà consegnato all’Università di Cagliari, che si occuperà utilizzarlo per servizi destinati agli studenti». Non solo. Saranno destinati dei fondi anche al Rotaract club distretto di Quartu Sant’Elena e Margine Rosso. Lo conferma il presidente, Alessandro Cau: «Li utilizzeremo per l’acquisto di attrezzature destinate alle camere sterili del centro trapianti del reparto di Ematologia dell’ospedale Oncologico Businco di Cagliari». L’intento del festival è proseguire negli anni. «Ci piacerebbe che questa manifestazione andasse avanti nel tempo – conclude Mattu – rinnovandosi e passando di anno in anno nelle mani di studenti sempre nuovi. Sarà la nostra eredità una volta conseguita la laurea. Siamo anche già in contatto con altri atenei per esportare il progetto anche fuori dalla Sardegna».
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