Terence Hill compie 80 anni: la sua storia come un "film" dall'infanzia a oggi | Giornale dello Spettacolo
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Terence Hill compie 80 anni: la sua storia come un "film" dall'infanzia a oggi

La "faccia da schiaffi" più amata dagli italiani oggi compie 80 anni. Festeggiamo il compleanno dell'attore raccontando la sua vita costellata di successi, di lutto e depressione, ma sopratutto di rimonta

Terence Hill compie 80 anni: la sua storia come un "film" dall'infanzia a oggi
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29 Marzo 2019 - 12.19


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Mario Girotti, per tutti Terence Hill, oggi spegne 80 candeline e lo festeggiamo raccontando l’intera storia della sua vita, dall’infanzia ad oggi. 
Una vita di successo per un attore molto amato in Italia. 

Gli occhi azzurri più belli del cinema italiano, ma anche la “faccia da schiaffi” più simpatica che abbia mai calcato le scene degli spaghetti western compie 80 anni.
Mario Girotti, in arte Terence Hill, oggi taglia il traguardo e lo fa, immaginiamo, in sella al suo cavallo (o alla sua bicicletta, che negli ultimi anni ha iniziato a usare spesso vestendo i panni di don Matteo), indossando gli inseparabili stivali. 

Nato a Venezia il 29 marzo 1939, da padre italiano di Amelia, Girolamo Girotti, e madre tedesca di Dresda, Hildegard Thieme, nel 1943 si trasferì con la famiglia in Germania, a Lommatzsch (in Sassonia), cittadina natia dei nonni materni, a causa del lavoro del padre, un chimico impiegato presso la Schering.
In quella cittadina vicino Dresda, Mario, secondogenito di tre figli (Odoardo e Piero) trascorse la primissima infanzia assieme ai nonni e vide i bombardamenti che tra il 13 e il 15 febbraio distrussero la città tedesca. 

“Con mia madre ci siamo nascosti in cantina – ha detto Terence Hill raccontando un aneddoto di quegli anni – e da lì potevamo vedere che il cielo sopra Dresda era totalmente rosso. Mio padre lavorava come chimico in una fabbrica e da una settimana non ne avevamo notizie. Avevamo paura, finché un giorno un fratello di mia madre prese la bicicletta per cercarlo. Lo trovò in un bosco dove si era nascosto”.
Nel 1945, la famiglia tornò in Italia, ad Amelia.

 

Piccoli passi nel grande cinema. Notato dal regista Dino Risi durante una gara di nuoto, Mario, ancora undicenne, venne scritturato per una piccola parte nel film ‘Vacanze col gangster’ (1951).
Da adolescente, continuò a recitare in piccole parti con registi del calibro di Mauro Bolognini, Citto Maselli e Gillo Pontecorvo, mentre nel frattempo frequentava il liceo classico e quindi la facoltà di Lettere e filosofia all’Università di Roma.
Dopo i primi successi commerciali nel 1955 con ‘Guaglione’ e, nel 1957, con “Lazzarella”, nel 1959 Mario Girotti fu protagonista della commedia ‘Cerasella’ insieme a Claudia Mori.

Nel 1963 Luchino Visconti lo volle nel film “Il Gattopardo”, megaproduzione dell’epoca che mandò in fallimento la Titanus, ma che è considerato oggi uno dei capolavori della cinematografia mondiale.
Questa produzione così importante lanciò definitivamente la carriera del giovane attore.

Nel 1967, mentre stava girando “Dio perdona… io no”, Girotti s’innamorò di una ragazza americana, sua futura moglie, Lori Zwicklbauer.
Mario decise di cambiare nome per sfuggire alla “moda” di quegli anni che tendeva a svalutare gli artisti italiani in favore di quelli statunitensi.
Il nome Terence Hill fu tratto da un autore di storia latina che il giovane stava leggendo, Terenzio, e dal nome di sua madre (Hildegard).

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Bud Spencer e Terence Hill in “Chi trova un amico trova un tesoro”

I grandi successi a fianco di Bud Spencer. Dopo i primi western all’italiana dove interpretava ruoli seri, il grande successo arrivò in coppia con un altro italiano, Carlo Pedersoli, che aveva preso anche lui un nome d’arte straniero: Bud Spencer.
Insieme avevano lavorato in tre film western girati tra il 1967 e il 1969 – “Dio perdona… io no!”, “I quattro dell’Ave Maria” e “La collina degli stivali” – ma fu solo con i due film di Trinità e Bambino che nacque ed esplose letteralmente la coppia Bud Spencer e Terence Hill.
I due girarono “Lo chiamavano Trinita” (1970) e il sequel “Continuavano a chiamarlo Trinita” (1971) e divennero popolarissimi.

Successivamente i due girarono altri film come “Più forte ragazzi” nel 1972, anch’esso piazzatosi tra i film di maggior successo della stagione, e soprattutto “Altrimenti ci arrabbiamo” nel 1974 diretto da Marcello Fondato: tra una scazzottata e l’altra, la contesa Dune buggy e la celebre colonna sonora degli Oliver Onions, i due spazzarono via tutti i record d’incassi.

Seguiranno film altrettanto fortunati: “Porgi l’altra guancia” (1974), “I due superpiedi quasi piatti” (1977), “Io sto con gli ippopotami” (1979), “Chi trova un amico trova un tesoro” (1981), “Nati con la camicia” (1983), “Non c’è due senza quattro” (1984), “Miami Supercops – I poliziotti dell’8va strada” (1985) e “Botte di Natale” (1994).

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Terence Hill incontra i fan in Germania

La depressione e il ritorno sullo schermo. Nel contempo Terence recitò anche in film in solitaria; il più celebre nel 1973 quando fu protagonista, insieme con Henry Fonda, del western ‘Il mio nome è Nessuno’, pellicola prodotta da Sergio Leone, nella quale s’incrociano il tema del tramonto della epopea del west con il tono più scanzonato ereditato dal personaggio di Trinità.
Nel 1976 fu chiamato a Hollywood, dove apparve in ‘March or die’ con Gene Hackman e in ‘Mister Miliardo’ con Valerie Perrine. 

Nella vita privata Mario Girotti e Lori Zwicklbauer ebbero due figli, Jess Hill nel 1969 e, tramite adozione, Ross Hill, nato nel 1973 e deceduto nel 1990 a seguito di un incidente stradale in Massachusetts.
Dopo un lungo periodo di profonda depressione causata dalla perdita del figlio, l’attore è tornato alla ribalta nei panni di un sacerdote investigatore, nella serie Rai intitolata ‘Don Matteo’, in onda per 11 stagioni dal 7 gennaio 2000.

Un’altra serie televisiva Rai nella quale Girotti compare come protagonista principale per tre stagioni è ‘Un passo dal cielo’ che ha debuttato nel 2011.
Nel 2018, dopo vent’anni dall’ultimo film ‘Potenza virtuale’ (film del 1997 diretto da Antonio Margheriti con lo pseudonimo Anthony M. Dawson, coproduzione Italia-Usa che non è mai stato distribuito nelle sale italiane), Terence Hill torna al cinema con ‘Il mio nome è Thomas’, da lui anche scritto e diretto.

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