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Agis: film, teatro e concerti fanno guadagnare città e territori, ecco le cifre

I territori hanno forti benefici dalle sale e dai festival: lo rileva un'inchiesta su quanti euro genera ogni investimento

Agis: film, teatro e concerti fanno guadagnare città e territori, ecco le cifre
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14 Novembre 2018 - 16.32


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“Sale cinematografiche, teatri, festival sono in grado di stimolare l’economia del territorio”. Lo scrivono l’Agis e l’università della Iulm presentando i risultati di un’indagine condotta dall’università appunto per l’Agis e con Makno. “Gli eventi culturali, al pari di un’infrastruttura o di un investimento immobiliare, attivano processi virtuosi di incremento della domanda di beni e servizi nel contesto interessato dalla struttura o dalla manifestazione”.
Spiega la nota: “Alle spese di gestione e organizzazione si affiancano le spese degli spettatori per i quali l’uscita al cinema o a teatro diventa occasione di socialità (dall’aperitivo alla cena, al gioco per i più piccoli) o di shopping quando la struttura è in un contesto commerciale naturale (centro città) o in un centro commerciale”. Con i festival e i concerti, l’effetto è ancora più forte: “Le spese sostenute possono anche essere rilevanti e comprendono il soggiorno, il consumo di pasti, spese culturali legate o meno all’evento, shopping e acquisto di prodotti locali”.
Alcune cifre
Il comunicato fornisce cifre. Prendiamo un estratto: “Ogni euro speso nella gestione di una struttura cinematografica o teatrale genera 1,7 euro di produzione di beni intermedi sul territorio e 2,4 euro di valore aggiunto. Con una spesa complessiva di gestione pari a 13,7 milioni di euro si attivano 23,8 milioni di euro di produzione di beni intermedi, 10,9 milioni di euro di valore aggiunto e 207” posti di lavoro.
Anche qui, l’effetto festival è di particolare rilievo: “23,9 milioni di spese di gestione innescano 41,2 milioni di euro di produzione, 18,9 milioni di euro di valore aggiunto” e 360 posti di lavoro.
Infatti, rileva l’indagine, “il 68% degli spettatori dichiara che l’uscita per assistere ad uno spettacolo teatrale o cinematografico è in genere un’occasione per altre spese”.
Chi spende di più sono le persone tra i 35 e i 44 anni (69 euro pro capite), più che per shopping o per la famiglia, mentre gli over 65 spendono di più in ristoranti.
I festival
Fanno una certa impressione i dati sui festival: “La spesa media giornaliera a spettatore (biglietto d’ingresso escluso) è di quasi 66 euro e supera i 200 euro nel caso dei turisti che trascorrono almeno una notte nella località in cui si svolge l’evento. Ciò si traduce nel complesso in circa 182 milioni di euro di spese aggiuntive che generano a cascata 370 milioni di euro di produzione di beni e servizi intermedi, 160 milioni di euro di maggior valore aggiunto e 3mila e 400 unità di lavoro”.
Il cinema? “Continua ad essere la più seguita: nell’ultimo anno il 97% degli spettatori si è recato almeno una volta in una sala e il 94% si dichiara soddisfatto della qualità delle strutture. Tuttavia, la frequenza resta bassa: solo il 20% va al cinema due o più volte alla settimana”.
Ancora: “Oltre al biglietto di ingresso, l’attività di cinema e teatro genera, infatti, una spesa media a spettatore di 53 euro (cioè cinque volte il prezzo d’ingresso in una sala cinematografica e circa il doppio del prezzo di un ingresso al teatro)”.
Fontana: “ritorno economico sempre superiore alla spesa investita”
Ha presentato i dati a Roma Impresa Cultura Italia, nata dalla collaborazione di Agis e di Confcommercio. “Nonostante le risorse destinate alla cultura siano sempre state poco significative rispetto ad altre realtà europee – dichiara il Presidente di Agis e di Impresa Cultura Italia – Confcommercio, Carlo Fontana – tutte le recenti ricerche dimostrano che il ritorno economico è sempre superiore alla spesa investita.Anche per tale ragione sono da sempre convinto che le sale di spettacolo debbano trasformarsi in veri e propri centri polivalenti di aggregazione, capaci di offrire sempre maggiori servizi rispetto alla sola visione dello spettacolo”.

 

 

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