Dario Fo contro Benigni: "Sta tradendo se stesso, sono sconvolto" | Giornale dello Spettacolo
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Dario Fo contro Benigni: "Sta tradendo se stesso, sono sconvolto"

Il premio Nobel: "Non voglio nemmeno arrivare a immaginare perché lo abbia fatto, di sicuro verrà ripagato".

Dario Fo contro Benigni: "Sta tradendo se stesso, sono sconvolto"
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3 Giugno 2016 - 13.06


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Ieri Roberto Benigni aveva detto che a ottobre al referendum costituzionale voterà Sì. “Sono trent’anni che sento parlare della necessità di superare il bicameralismo perfetto: niente. Di creare un Senato delle Regioni: niente. Di avere un solo voto di fiducia al governo: niente. Pasticciata? Vero. Scritta male rispetto alla lingua meravigliosa della Costituzione? sottoscrivo. Ma questa riforma ottiene gli obiettivi di cui parliamo da decenni”, dice. In risposta ai timori di autoritarismo, l’attore e regista, replica che “dopo settant’anni di democrazia, se qualcuno volesse provare a farsi dittatore nell’Italia di oggi sa cosa verrebbe fuori? Un tiranno da operetta”.

La sua scelta ha sconvolto l’opinione pubblica, la stessa che in tv ha ascoltato le sue lezioni sulla Costituzione in cui non faceva che ripetere che “è bellissima, sacra e non va cambiata”. Anche Dario Fo è rimasto incredulo.

“Sono rimasto sconvolto. Avevo letto qualche tempo fa che in un incontro, rispondendo a una domanda, aveva detto che avrebbe sicuramente votato contro”.”Guardi- ha continuato Fo- la questione non è votare questo o quello, ma lasciarsi andare alla deriva. C’è qualcosa del ‘dare e avere’. Non c’è dubbio che questa posizione favorisce il governo e il potere. Sarà ripagato. Però mi stupisce terribilmente”. In pratica sta dicendo che si è venduto? “Questa non è una espressione che mi appartiene ma mi pare di aver detto chiaramente quello che penso. Lo vedo cedere davanti alle lusinghe. Ero convinto avesse ormai scelto come si deve e, soprattutto, secondo la storia della sua vita. Io penso stia tradendo se stesso. Non voglio nemmeno arrivare a immaginare perché lo abbia fatto”. E sui 250 esponenti del mondo della cultura che hanno appoggiato la riforma, dice: “E’ una farsa, basta vedere la loro provenienza. Di cosa è pratica questa gente? Non voglio dire che sono il peggio, ma il meno degno della classe degli intellettuali”.

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