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Addio a Walter Zappolini, storico direttore del balletto del Teatro dell'Opera

Si è spento a Roma Walter Zappolini (classe 1930), ballerino, coreografo, soprattutto grande maestro per generazioni di giovani danzatori.

Addio a Walter Zappolini, storico direttore del balletto del Teatro dell'Opera
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24 Ottobre 2017 - 16.16


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Purtroppo si è spento oggi Walter Zappolini, storico maestro e direttore del corpo di ballo dell’Opera di Roma. Inizialmente allievo, ha poi compiuto una rapidissima carriera all’interno del Teatro, riuscendo a mostrare da subito il suo talento: sarebbe stato infatti selezionato come solista nel 1945 a soli 15 anni e, addirittura, primo ballerino già dall’anno successivo.

Protagonista di molte creazioni di Aurel Milloss, spesso in coppia con Attilia Radice e dal 1960 con Franca Bartolomei con la quale ha fondato e diretto per lunghi anni il Balletto di Roma, prima compagnia privata italiana, pur non abbandonando la carriera in teatro. Dal 1973 al 1987 è stato direttore della scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma e durante il suo incarico ha promosso l’istituzione di nuove discipline per arricchire lo studio tradizionale della danza.

Danza contemporanea, tecnica dello sport applicata alla danza, analisi e estetica della danza, la Storia della danza. E’ stato direttore artistico del Rieti danza Festival e del Concorso internazionale di danza ‘Città di Rieti’. I funerali si svolgeranno giovedì prossimo alle ore 15 presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, a Piazza del Popolo a Roma.

”Walter Zappolini era un uomo di assoluta correttezza e signorilità, semplice, disponibile, una personalità luminosa. Nei confronti delle persone che lo circondavano aveva sempre un atteggiamento di profondo rispetto”. Con queste parole Luciano Carratoni, direttore generale del Balletto di Roma, ricorda il grande maestro scomparso.

Ed ha ancora aggiunto: ”Walter Zappolini è stato lungimirante affidandomi, d’accordo con Franca Bartolomei, la compagnia 20 anni fa. Un passaggio di consegne, anche se soprattutto nei primi anni abbiamo spesso lavorato insieme. Avevo raccolto una sfida. E oggi più che mai – ha concluso Carratoni- sento, moralmente, di dover portare avanti un progetto che è al contempo umano e artistico”.

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