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MilanOtre, il festival della danza

La danza internazionale e Italiana abita da una settimana e abiterà fino al 7 ottobre, con grande successo gli spazi del Teatro Elfo Puccini di Milano.

MilanOtre, il festival della danza
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29 Settembre 2015 - 14.02


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di Chiara D’ambros

Un programma ricco e sofisticato quello di MilanOltre Festival. La danza internazionale e Italiana abita da una settimana e abiterà fino al 7 ottobre, con grande successo gli spazi del Teatro Elfo Puccini di Milano.
In programma due focus dedicati alla danza dal Québec. Il terzo focus ci riporta in Italia con il genio di casa nostra Michele Di Stefano, Leone d’Argento 2014 della Biennale di Venezia. MilanOltre parla, a sorpresa, al femminile come ha raccontato il direttore artistico Rino De Pace:

Non c’è un tema, molte volte in questi anni mi è stato chiesto ma non c’è un filo conduttore, la scelta è quella di rivolgersi a degli artisti che avessero conseguito un patrimonio coreografico di una certa consistenza in maniera tale da proporre alla città dei profili articolati, quindi scegliendo 10 anni di un artista e di quei 10 anni prendere dei titoli e proporli nel corso del festival in modo che il pubblico potesse farsi un’idea di un percorso, che di quell’artista da una pagina completa. Non c’è un filo ma stranamente quest’anno è successa una cosa curiosa perché quest’anno io avevo appena finito di chiudere il programma e mi sono reso conto che emergeva uno spirito e una forza femminile particolarmente forte. Non solo perché avevo scelto delle coreografe donne, due in particolare dal Québèc, alcune altre dall’Italia ma perché oltre alle coreografe ho notato una presenza femminile di interpreti coreograte da maschi di una forza rara. Non c’è quindi un filo ma quest’anno c’è questa presenza femminile forte che si è come quasi imposta da sé. Il che mi ha fatto molto piacere perché si continua a parlare di emancipazione e anche di tante tematiche forse un po’ obsolete e scontate ma se ci pensi alla fine non è vero che la donna non sia ancora vittima di questioni che si sanno ma non cambiano e il mondo non c’è niente da fare, è in mano al potere maschile quindi questa forza femminile emerge siamo solo che felici.

Parlando di forza differente, nella danza si può trovare. In che cosa?

Secondo me è la forza che si può trovare in alcuni coreografi e alcune coreografe quando riescono a tirar fuori attraverso il movimento la capacità di tirar fuori delle emozioni che vedremo stasera e ancora di più domani in cui l’impostazione affonda le radici in una impostazione classica e una tecnica rigorosissima, però poi arriva a trasmetterti delle sensazioni che con il movimento non centrano nulla. Io sono riuscito a leggere tutte le ossessioni che questa ragazza , la Brunel ha nemmeno 34 anni, in termini profondi e molteplici. Quindi questo mi ha fatto pensare che quando si lavora in quel tipo di ricerca che non è incentrata solo sul movimento ma anche su altro, è in quel tipo di percorso che riesce a raggiungere ad un risultato forte, che arriva. Dopo di che io amo l’estetica della danza, io sono assolutamente catturato a volte anche dal balletto classico ma poi quando ti trovi davanti al movimento impeccabile, e un lavoro che non si ferma all’esercizio fisico ecco dici il connubio danza e teatro è riuscito.

Il festival ha una parte internazionale e una italiana, ci parla di queste due anime?

Milano oltre è nato nel 1986 con una vocazione internazionale su desiderio del settore cultura del comune di Milano di quegli anni ha chiesto due teatri, il teatro dell’Elfo e il teatro di Porta Romana, primo esempio di teatro in rete tra l’altro, due teatri che hanno deciso di unire le forze e creare questo festival. Quindi di portare a Milano due esperienze di teatro dal vivo, internazionali che andassero al di là del linguaggio tradizionale, anche per questo l’idea di chiamarlo MilanOltre. Ed è andata così fino al 2010 quindi per 24 edizioni. Dal 2010 io che sono uno dei fondatori del festival ho preso in mano la direzione artistica e abbiamo deciso di aprire anche all’Italia e dal 2011 il festival si è specializzato per varie ragioni esclusivamente sulla danza contemporanea. Aprendo anche alle esigenze dei talenti emergenti che trattiamo come gli altri.

Trova che lo spazio per la danza stia cambiando?

Si trovo che la danza sia molto più seguita rispetto al passato. Vedo che c’è più interesse anche nei mezzi di comunicazione e lo vedo nel pubblico. Anche un importante festival come Roma Europa dia sempre più spazio alla danza. Inoltre anche le istituzioni sono sempre più presenti, anche con questa nuova piattaforma di danza italiana. Quindi bene. Anche se abbiamo mezzi sempre più limitati per arrivare a un largo pubblico ma quando tu riesci a portarli a teatro è una grande felicità.

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