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Vicenza, i Marlene Kuntz incontrano la danza

Il vestito di Marlene, presentato da Mvula Sungany Compani e Marlene Kuntz, è il primo spettacolo fuori abbonamento proposto dal Teatro Comunale: la danza incontra il rock.

Vicenza, i Marlene Kuntz incontrano la danza
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14 Aprile 2015 - 12.31


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Nei “Fuori Abbonamento” la Fondazione Teatro Comunale di Vicenza propone una serie di spettacoli eclettici, diversi per genere e tipo di pubblico a cui sono rivolti, appuntamenti da non perdere per gli appassionati dei diversi generi, spettacoli trascinanti, inconsueti, alcuni autenticamente rock, altri più sommessamente legati alla tradizione, tutti in grado di appassionare e suscitare entusiasmi. Si tratta di eventi sempre molto attesi dal pubblico, spesso spettacoli in tournée sui palcoscenici nazionali che fanno tappa a Vicenza; così, dopo il musical e il balletto, l’operetta e il gospel, ecco nuovamente il rock, dopo l’incursione della sacerdotessa Patti Smith, nel dicembre scorso.

Venerdì 17 aprile alle 20.45 in Sala Grande al Teatro Comunale di Vicenza è in programma il settimo appuntamento dei Fuori Abbonamento, si tratta de “Il Vestito di Marlene” presentato da Mvula Sungany Compani e Marlene Kuntz, uno spettacolo in cui la danza incontra il rock, con musiche rigorosamente eseguite dal vivo.

La nuova produzione è nata da una residenza multidisciplinare al Teatro Lyrick di Assisi; si basa su due elementi quali la physical dance ed il rock, forza e poesia di due anime artistiche da sempre all’ avanguardia: la Mvula Sungani Company ed i Marlene Kuntz.

Lo spettacolo è interpretato da cast d’eccezione che propone sul palco Emanuela Bianchini ed i solisti della Mvula Sungani Company uniti ai Marlene Kuntz, per presentare al pubblico uno spettacolo davvero unico, coreografato da Mvula Sungani, su soggetto di Tom Cardinali e drammaturgia dello stesso coreografo e di Paolo Cardinali.

La particolarità del progetto, ispirato alla figura femminile e alle sue rappresentazioni, è davvero senza precedenti nell’ambito della danza contemporanea e della musica rock, vede infatti in scena sia i danzatori che la band; le due espressioni artistiche si fondono dal vivo dando alla rappresentazione un corpo, una forza ed un’anima straordinarie. Sul palco tanto le melodie ammalianti, quanto le sonorità acide e disturbate dei Marlene Kuntz, sono proposte in una simbiosi perfetta con la fisicità e la grazia della Mvula Sungani Company.

Lo spettacolo, novanta minuti senza intervallo, a Vicenza nell’ultima tappa del tour primaverile, è una vera opera rock, senza troppe concessioni alla vocalità (ci sono quattro, cinque canzoni, non di più): l’anima vera è la musica rock elettronica che si fonde con la danza e gli affascinanti giochi di luce. Il tema, giocato sulla flessibilità e la sensualità del ruolo femminile è interpretato in modo originale da sette danzatrici e tre ballerini.

“Il Vestito di Marlene” è sia la veste di seta che accondiscende le flessuosità di un corpo femminile quanto la pelle che la costringe e a volte la ferisce; dalle muse delle notti insonni dei poeti alle prostitute complesse, spigolose, profonde di Egon Schiele. Da Marlene a Marlene senza che Marlene sia mai la stessa. Una sorta di intima esposizione che attraverso il ponte metaforico del vestito cuce lo sviluppo dello spettacolo ai fianchi partendo dalla mente, in una sintesi ammaliante e corporale, attraverso la fisicità della danza di Mvula Sungani, accompagnata dalla poetica dei Marlene Kuntz.

Le due anime, la danza e la musica, si alternano nel ruolo di modella e sarto, di musa e cantore, alcove di un’anima comune, in un passaggio degli stati d’animo vittime del concetto di tempo e umori. Il filo conduttore dello spettacolo è, come già detto, la figura femminile in tutti gli aspetti che la contraddistinguono, figura che si impone come fonte di ispirazione, diventando protagonista assoluta, si tratti di musica, danza o altre forme artistiche.
La particolarità del progetto “Il Vestito di Marlene” sta nel fatto che sia i danzatori che la band sono presenti in scena, mentre in spettacoli di questo tipo la musica è solamente un supporto funzionale alla coreografia, mentre qui le due espressioni artistiche si fondono dal vivo dando alla rappresentazione una fisicità, una forza ed un’anima davvero eccezionali.

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