Un omaggio a due grandi maestri del cinema che hanno attraversato con le loro immagini la storia del nostro paese. Due mostre differenti ma quasi contemporanee nella Capitale, che ricordano e celebrano una parte del costume artistico italiano.
La mostra “Mario Monicelli”, realizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia, debutterà lunedì 8 febbraio alla Casa del Cinema di Roma. Si tratta di una spettacolare galleria di immagini provenienti dall’archivio fotografico della Cineteca Nazionale, che ripercorrono passo passo tutta la storia artistica di Monicelli: dagli esordi in coppia con Steno alla fine degli anni ’40, con “Totò cerca casa”, fino al film commiato, “Le rose del deserto”, del 2006.
In attesa di una visita dal vivo (fissata in seconda battuta per lunedì 15 febbraio), le immagini della mostra saranno proiettate e raccontate sui social network della Casa del Cinema (Facebook, Twitter e Instagram) e sui profili Facebook del Centro Sperimentale di Cinematografia e della Cineteca Nazionale. A condurre lo spettatore sul web sarà la regia di Stefano Landini con accanto un anomalo Virgilio, rappresentato dalla polifonia delle voci del critico Alberto Crespi, il direttore della Casa del Cinema Giorgio Gosetti e tra gli ospiti, lo scrittore Paolo Di Paolo, che racconteranno alcuni dei memorabili titoli della filmografia del regista, da “L’armata Brancaleone” a “La grande guerra”.
A cent’anni dalla sua nascita, Federico Fellini, invece, ritorna nella sua “Cinecittà”, con una grande mostra fotografica e multimediale “Ri-tratto rosso”, all’interno dello storico Teatro 1, visitabile da mercoledì 10 febbraio fino al 21 marzo. Un percorso iconico di 60 immagini, videoproiezioni e oggetti, che raccontano il rapporto elettivo tra il geniale regista ed Elisabetta Catalano, regina indiscussa del ritratto fotografico.
La mostra è stata realizzata da Istituto Luce-Cinecittà con il contributo di Dg Cinema e Audiovisivo, curata da Aldo E. Ponis con la direzione artistica di Emanuele Cappelli e testi a cura di Laura Cherubini e Raffaele Simongini.
Ne emerge il ritratto di un Fellini inedito, raccontato attraverso gli occhi della fotografa. Occhi unici, ai quali Fellini più di altri, amò far vedere il proprio sguardo.
di L.Salv.