Sulla mia pelle “doveva essere fatto” e “ne dovremmo fare altri cento di film così su tutte quelle verità rimaste in sospeso”. Alessandro Borghi parla a La Stampa del suo periodo d’oro: dopo la candidatura al David di Donatello per l’interpretazione di Stefano Cucchi, si gode il successo di Suburra e de Il primo Re. E guarda lontano, a progetti futuri: “La storia che mi lascia più perplesso – dice – è quella di Giulio Regeni: è una cosa che non riesco proprio a mandare giù. Sono pronto a girare domani stesso un film, se questo può essere d’aiuto”.
In merito alla candidatura al David per Sulla mia pelle, Borghi afferma:
Se devo essere onesto, un po’ me l’aspettavo. Sono stato più felice per le altre candidature, per Alessio Cremonini, il regista e per la produzione di Sulla mia pelle. Perché fare un film del genere è una dimostrazione di grande coraggio.
Un film importante, ma non solo.
È uno dei film più importanti degli ultimi quindici anni di cinema italiano. E non lo dico per la mia interpretazione. Quelle è il mio lavoro: sono pagato per farlo bene. Ma dietro Sulla mia pelle c’è l’intelligenza sfrenata degli scrittori, che hanno ridotto a zero la possibilità che venisse strumentalizzato, e la grandissima capacità registica di Alessandro Cremonini
“Doveva essere fatto”, dice Borghi. Così come andrebbe fatto un film su Giulio Regeni.