L’ex presidente dell’Uruguay José Pepe Mujica, il presidente “povero” lo hanno definito molti per il suo rifiuto a ogni benefit del potere e l’aver mantenuto una vita semplice, nel Paese finì in carcere in una situazione di torture e da incubo sotto la dittatura. Nel 1973 i militari prelevarono nove prigionieri del movimento di guerriglia dei Tupamaros e li resero oggetto di un “esperimento” disumano: spostarli di continuo in varie carceri militari e caserme, costringerli a lunghi isolamenti e in condizioni folli e a prova estrema di sopravvivenza con l’obiettivo di farli impazzire. Talvolta il luogo di detenzione era un pozzo. Uno dei prigionieri era Pepe Mujica. Il regista Alvaro Brechner ha girato un film su quell’incubo: “La notte dei 12 anni”. Prodotto da Francia, Argentina e Spagna è nelle sale distribuito da:Bim Distribuzione e Movies Inspired.
Il film scaturisce dalle “Memorie del Calabozo” scritte da Mauricio Rosencof e Eleuterio Fernández Huidobro, due dei guerriglieri tupamaros imprigionato. “Calabazo” è il pozzo. Dalle loro memorie, e dalla resistenza di José “Pepe” Mujica è nato questo film. Che chi ha visto descrive come un’opera dai forti riflessi psicologici, di introspezione come di denuncia politica e sociale. In quelle circostanze Mujica ha raccontato poi di essere sopravvissuto grazie all’incontro con una psicologa che definiva forse più folle di lui ma che lo ha salvato.
Mauricio Rosencof è interpretato da Chino Darìn, Eleuterio Fernández Huidobro da Alfonso Tort. Riescono a momenti a trovare come comunicare. Invece Mujica, che ha il volto e il corpo di Antonio Della Torre, è in un isolamento totale. Qualche visita della madre lo salva dalla pazzia perché lo incita a resistere. I tre attori sono dovuti dimagrire di una quindicina di chili più estremo, finendo per sviluppare una sindrome delirante nella quale non sprofonda in maniera irreversibile solo grazie ad alcune visite della madre, che con un coraggio estremo lo spronò a resistere. Seppe resistere e, dal 2010 al 2015 guidò l’Uruguay. La sua voce è rimasta coerente ai suoi pensieri e azioni. (Cl.Sar)
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