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Le associazioni: “Venezia 75 sbaglia a premiare Cuaron, è film di Netflix”

Anac, Fice e Acec contestano il Leone d’oro perché prodotto dalla piattaforma per abbonati. “La mostra usa soldi pubblici”

Le associazioni: “Venezia 75 sbaglia a premiare Cuaron, è film di Netflix”
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10 Settembre 2018 - 12.38


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“Roma” di Alfonso Cuaron che ha vinto la 75esima Mostra di Venezia è di “alta qualità”, nessuno lo discute, ma gli autori cinematografici, i cinema d’essai e gli esercenti cattolici contestano la scelta della giuria. Non per il film ma perché prodotto Netflix, la piattaforma che, a parere di molti, rischia di uccidere il cinema nelle sale.

Venezia 75, trionfa ‘Roma’ di Alfonso Cuaron. Nessun premio per l’Italia

In una nota, l’Anac, Associazione Nazionale Autori Cinematografici, la Fice, Federazione Italiana Cinema d’Essai, e l’Acec, Associazione Cattolica Esercenti Cinema, “ribadiscono la loro contrarietà circa la scelta di aver inserito nel concorso di Venezia alcuni film non destinati alla visione in sala, diversamente da quanto aveva deciso il festival di Cannes. Nel pieno rispetto delle scelte della giuria presieduta da Guillermo del Toro e senza nulla togliere all’alta qualità del film “Roma” di Alfonso Cuaròn, vincitore del Leone d’Oro, Anac, Fice e Acec ritengono iniquo che il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della piattaforma Netflix che con risorse ingenti sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale cinema italiane ed europee”.
Le associazioni aggiungono che “il Leone d’Oro, simbolo della Mostra internazionale d’arte cinematografica da sempre finanziata con risorse pubbliche, è patrimonio degli spettatori italiani: il film che se ne fregia dovrebbe essere alla portata di tutti, nelle sale di prossimità, e non esclusività dei soli abbonati della piattaforma americana”.

Anac, Fice e Acec quindi “reiterano la richiesta al direttore Barbera di rivedere per il prossimo anno la sua posizione, mentre chiedono al Ministro della Cultura Alberto Bonisoli di varare con la massima sollecitudine norme che regolino anche da noi come avviene in Francia un’equa cronologia delle uscite sui diversi media”.

 

 

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