Ultimo Tango a Parigi, 46 anni dopo: la versione restaurata per tre giorni nelle sale | Giornale dello Spettacolo
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Ultimo Tango a Parigi, 46 anni dopo: la versione restaurata per tre giorni nelle sale

Lo ha annunciato lo stesso regista Bertolucci al Bif&st, in cui ha parlato di vari restroscena del film e del suo rapporto con Marlon Brando

Ultimo Tango a Parigi, 46 anni dopo: la versione restaurata per tre giorni nelle sale
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28 Aprile 2018 - 18.36


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Per soli tre giorni, dal 21 al 23 maggio, torna nelle sale dopo 46 anni il capolavoro di Bernardo Bertolucci ‘Ultimo Tango a Parigi’ in 120 copie, una delle quali nella versione originale, mai circolata in Italia. Lo ha annunciato lo stesso regista, in questi giorni al Bif&st di Bari per assistere all’anteprima internazionale che ci sara’ stasera, al Teatro Petruzzelli, della versione restaurata del suo capolavoro. 

Nel corso dell’incontro, Bertolucci ha raccontato vari restroscena sul film, considerato all’epoca scandaloso e per il quale il regista, il produttore Alberto Grimaldi e l’attore protagonista Marlon Brando furono condannati a due mesi di carcere, che non scontarono mai in quanto incensurati. “Ma qualche tempo dopo, andando a richiedere il certificato elettorale all’anagrafe, scoprii che tra le pene accessorie c’era anche la sospensione per cinque anni dei diritti civili e che quindi non potevo votare. Questo mi ferì profondamente”.

Sia nella conferenza stampa che nella Masterclass si e’ parlato, naturalmente, del rapporto del regista con Marlon Brando: “Scelsi Brando dopo i rifiuti di Jean-Louis Trintignant, che non voleva recitare nudo, di Jean Paul Belmondo che considerava il film pornografico e poi di Alain Delon, che avrebbe accettato solo a costo di esserne anche il produttore, cio’ che avrebbe provocato un conflitto di interessi per me inaccettabile. Quando qualcuno, una sera a cena a Piazza Navona, mi fece il nome di Brando trovammo il modo di rintracciarlo e farlo venire per due o tre giorni a Parigi. Il primo incontro avvenne in un hotel – ricorda Bertolucci – io ero molto intimidito da lui ma riuscii a raccontargli la trama in un minuto e mezzo, con il mio inglese allora improbabile. Lui rimase in silenzio, guardando in basso e senza mai alzare gli occhi. Poi mi disse che stava cercando di capire quando avrei finito di muovere il piede per il nervosismo! Gli feci vedere ‘Il conformista’, gli piacque e mi disse di trascorrere un mese a Los Angeles per discuterne con calma. Quando arrivai in città, mi venne a prendere in albergo e mi porto’ a casa sua in Mulholland Drive dove sarei poi tornato tutti i giorni, parlando di tutto tranne che di ‘Ultimo tango’. Ma ero contento perche’ avevo capito che non c’era pregiudizio da parte sua nei miei confronti e nei confronti del film”.

Nel corso dell’incontro, Bertolucci ha detto la sua anche sulla questione Kevin Spacey, dichiarandosi dalla parte dell’attore: “Quando ho saputo che Ridley Scott aveva acconsentito a eliminare le scene di ‘Tutti i soldi del mondo’ nelle quali recitava Kevin Spacey ho mandato un messaggio al montatore Pietro Scalia perche’ riferisse a Scott che si doveva vergognare. E subito dopo mi e’ venuta la voglia di fare un film con Kevin Spacey!”. 

 

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