David: le donne del cinema rileggono il vocabolario.' Zoccola? Non esiste' | Giornale dello Spettacolo
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David: le donne del cinema rileggono il vocabolario.' Zoccola? Non esiste'

Paola Cortellesi lancia la battaglia per #dissensocomune. E approfondisce il tema del linguaggio. Accanto a lei tante attrici. Parlano i fratelli Mainetti, re dei David, con 'Ammore e Malavita'

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22 Marzo 2018 - 19.21


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C’è una fierezza di donne. L’orgoglio. La battaglia contro la violenza. A partire da quella contro il linguaggio. E le nostre attrici hanno dato il meglio. Paola Cortellesi, tra le prime firmatarie di Dissenso Comune, manifesto contro le discriminazioni e le molestie sulle donne nel mondo del lavoro, ha aperto a 62esima edizione dei David di Donatello,con un elenco di sostantivi di uso comune, che se pronunciati al maschile non perdono il loro significato originale mentre al femminile mettono in mostra come la discriminazione parta proprio dal linguaggio di tutti i giorni. «Un uomo disponibile è un uomo generoso, una donna disponibile? È una mignotta». – dice Paola Cortellesi visibilmente emozionata -. Una donna di strada? Una mignotta. Un massaggiatore è un fisioterapista, una massaggiatrice? Una mignotta. Uno zoccolo è una calzatura di campagna, una zoccola invece?». «Però per fortuna sono soltanto parole – continua Paola Cortellesi -. Certo, se le parole fossero la traduzione dei pensieri, a quel punto allora sarebbe grave. […] Ma se davvero le parole fossero la traduzione dei pensieri un giorno potremmo sentire affermazioni che hanno dell’incredibile. Frasi offensive e senza senso come queste». A pronunciarle sul palco accanto a lei, sono alcune delle altre attrici di Dissenso Comune: Jasmine Trinca, Claudia Gerini, Valeria Golino, Giovanna Mezzogiorno, Isabella Ragonese e Sonia Bergamasco. Bello, intenso anche il breve discorso di Jasmine Trinca che ha dedicato il premio alla madre che le ha insegnato a interpretare “il lupo” e non solo la principessa. “Tu sei tutto e puoi tutto”, le diceva la mamma.

“Stiamo per iniziare le riprese della settima stagione di Coliandro, e ne siamo contenti, è una serie che ha tanti fan. Ci prendiamo questo periodo anche per capire cosa fare dopo. Si dice che sia difficile realizzare il secondo film, in realtà più vai avanti più è difficile”. Parola di Antonio Manetti, regista con il fratello Marco di Ammore e malavita, che ha conquistato ieri ai David di Donatello cinque statuette (su 15 candidature), compresa quella come miglior film. Essere protagonisti ai David “ci rende felici, ma ci sentiamo sempre gli stessi – ha commentato Marco Manetti – facciamo i film che amiamo, a volte li amano anche gli altri, a volte meno. Non è detto che ora arrivino grandi cambiamenti, restiamo noi”. Molti credevano che Ammore e malavita, essendo un musical fosse svantaggiato, invece “noi pensiamo che quell’elemento abbia funzionato da calamita – hanno spiegato i Manetti Bros -, ha attirato l’attenzione, come è successo per La La Land. Certo c’erano i fucili puntati se fosse venuto male”. Per loro “il riconoscimento del pubblico resta il più importante, fa parte del sogno di diventare regista, ma emoziona molto anche avere quello dei colleghi in un sistema come i David. Vederci premiati dalle persone che in passato magari ci hanno anche criticato è una grande riconciliazione e un grande onore”.

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