Samantha Geimer, che a 13 anni fu violentata dal regista Roman Polanski, ha rilasciato un’intervista in cui ha affermato che sta cercando di mettere una pietra sopra alla faccenda, intenzione confermata dalla sua richiesta al tribunale di Los Angeles, fatta l’anno scorso, di archiviare definitivamente il caso: “Le cose brutte accadono, ma la forza di superarle è più interessante della vostra disperazione. Non lasciate che nessuno sfrutti il vostro dolore”.
“Purtroppo la disperazione e il dolore vengono venduti come più interessanti della forza e della capacità di riprendersi, e alle giovani donne viene insegnata una cosa falsa: che nella sofferenza c’è un valore” ha detto la Geimer, e ha aggiunto: “Non sono una vittima. I media ci hanno convinte che ci sia un valore nell’essere vittime, ma è il modo in cui ci sfruttano e sfruttano le nostre sofferenze, non un mezzo per cambiare le cose e progredire”.
Riguardo al rapporto con Polanski, la donna ha detto che lei e il regista sono in buoni rapporti: “qualche volta ci scriviamo. Quando dobbiamo dirci qualcosa rispetto alle faccende legali ancora in corso, preferiamo non mettere di mezzo gli avvocati”. Riguardo ai suoi film, la Geimer ha detto che non ne ha visti molti, ma “più per una questione di gusti cinematografici”.