'Uccisa in attesa di giudizio': perché denunciare, se si rimane inascoltate? | Giornale dello Spettacolo
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'Uccisa in attesa di giudizio': perché denunciare, se si rimane inascoltate?

Alla Festa del Cinema, il corto con Ambra Angiolini e Alessio Boni: la portagonista? una ragazza uccisa dal fidanzato, dopo innumerevoli, ignorate denunce.

'Uccisa in attesa di giudizio': perché denunciare, se si rimane inascoltate?
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3 Novembre 2017 - 12.24


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Alla Festa del Cinema di Roma, anche argomenti fin troppo seri. Ed uno di questi è: perché denunciare, se poi non si riesce ad ottenere, non dico giustizia, ma almeno protezione?

Quanto coraggio occorre per denunciare? moltissime donne ancora non la considerano neanche un opzione, se non a venti anni di distanza dai fatti: ma quando è in pericolo la vita stessa della persona, un pò di prontezza sarebbe richiesta. 

Il corto di Ambra Angiolini e Alessio Boni racconta di questo, di una delle tante ragazze e donne di cui sentiamo al telegiornale, uccise nonostante il pericolo fosse stato preallertato e le forze dell’ordine avvisate.

È “Uccisa in attesa di giudizio”, il cortometraggio presentato alla Festa del cinema di Roma dalla Fondazione ‘Doppia Difesa’, la Onlus creata dall’avvocato Giulia Bongiorno e da Michelle Hunziker per aiutare le donne che subiscono violenza.
La pellicola mira a sensibilizzare sui tempi lunghissimi della giustizia italiana, che spesso rendono inutili le denunce da parte delle vittime permettendo il compiersi di tragedie altrimenti evitabili.
“È una cosa gravissima -dice Giulia Bongiorno- che mette non solo la vittima, ma anche l’imputato nella condizione inaccettabile di non sapere, spesso con tempi che vanno dai 7 ai 10 anni, se è giudicato innocente o colpevole, e facendogli mantenere lo status perenne di ‘imputato”. E se è vero che spesso lo Stato “tradisce chi denuncia, perché invita a denunciare ma poi non le aiuta- prosegue Bongiorno- la Fondazione Doppia Difesa adesso ha intenzione di presentare una proposta di legge che si chiama ‘Codice Rosso’, priorità assoluta. Una donna che rischia la vita non può essere una pratica messa sulla scrivania in attesa che qualcuno la apra”.
L’esortazione a denunciare le violenze arriva anche da Michelle Hunziker, che invita a”non avere paura” e sottolinea la cautela a “denunciare dopo essersi rivolte a delle Onlus, come la nostra, che danno consigli legali gratuiti e seguono la vittima in tutti i passaggi indicando come muoversi in determinate situazioni, perché capisco che bisogna stare attente e ogni caso è a sé”.

 

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