Carlo Verdone, ospite alla Festa del Cinema per il restauro, 35 anni dopo, del suo film cult ‘Borotalco’ si lascia prendere dalla commozione e racconta cosa rappresentava per lui quella pellicola.
“Sergio Benvenuti e Nadia oggi? Sarebbero due ragazzi molto più disincantati. Quelli erano ancora anni di sogni, una surrogata felicità che veniva dagli anni Sessanta, perché allora si cominciavano a vedere i primi problemi di lavoro e non c’era più quella leggerezza e ingenua mitomania. Oggi sarebbero due depressi, tra chi si fa le canne e chi va in analisi”.
I protagonisti del film erano infatti Sergio (lo stesso Verdone) e Nadia (Eleonora Giorgi). Nessuna voglia da parte sua di fare un sequel del film, ma casomai di mettere in piedi una serie tv tra due anni: “ne stiamo parlando con De Laurentiis”.
“Borotalco – aggiunge il regista romano – fu per me una sfida. Per la prima volta facevo un film con un personaggio unico e non a episodi. Non dovevo sbagliarlo. Quando ci fu la proiezione andai all’uscita del cinema ed ero molto nervoso, poi sentii uno che, uscendo dalla sala, diceva: ‘ammazza me se morto da le risate’. E pensai ce l’ho fatta”. Sull’ingenuità di quegli anni Ottanta , dice ancora Verdone: “quando a Sergio, in una scena, gli dicono che John Wayne era gay lui è sconvolto, oggi invece della vicenda Spacey non importa a nessuno. Ma il problema attuale è un altro. Il nostro pubblico fugge dalla sala. O scarica i film o va direttamente in streaming. Il cinema era tra i pochi luoghi di aggregazione. E questo avviene anche ai concerti di Vasco, stanno tutti lì a farsi i selfie, solo per dire sono qui”. Verdone dedica il restauro del film a tutti quelli che vi hanno partecipato e non ci sono più (“penso a Mario Brega e a tanti altri”) e crede fermamente che il successo di Borotalco sia nato “dall’amabilità dei suoi personaggi, dalla loro fragilità, ma soprattutto dalle infinite battute in genere improvvisate”.
Eclatante, infine, l’aneddoto del suo incontro con il produttore Vittorio Cecchi Gori:”Andai a trovarlo tutto soddisfatto del successo e lui, sigaro in bocca, mi tira fuori il manifesto del film indicandomi il titolo. Sai che la Borotalco mi vuol fare causa perché abbiamo utilizzato il loro nome? Cado dalle nuvole. E Vittorio mi dice ‘so toscani, domani me tocca andà a Firenze’. La causa poi non ci fu, si resero conto che il successo del film faceva bene pure a loro”.
Per Eleonora Giorgi, Borotalco non è affatto datato: “esistono anche oggi i giovani che si immedesimano in quei personaggi”, mentre il frontman degli Stadio, Gaetano Curreri, ringrazia Verdone e quel film: “È con Borotalco che è iniziata la nostra carriera”.
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