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Alla Festa del Cinema di Roma: L’arma più forte, l’uomo che inventò cinecittà

Attraverso le immagini dell’Archivio Luce viene raccontata la storia di Freddi: futurista con Boccioni e Marinetti

Alla Festa del Cinema di Roma: L’arma più forte, l’uomo che inventò cinecittà
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3 Ottobre 2016 - 16.13


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Cinecittà è famosa in tutto il mondo, ma nessuno ricorda più il nome di chi l’ha inventata. Quell’uomo si chiamava Luigi Freddi.
Il documentario di Vanni Gandolfo rievoca la vita di quello che è stato a lungo considerato, negli anni successivi alla caduta del regime, solo uno dei più influenti gerarchi del cinema del ventennio nero. Attraverso le immagini dell’Archivio Luce viene raccontata la storia di Freddi: futurista con Boccioni e Marinetti, interventista, volontario nella prima guerra mondiale, legionario dannunziano a Fiume, giornalista, appassionato di aviazione, fascista.
Ma la passione dominante, nella vita di Freddi fu quella per il cinema, nata negli anni Trenta durante i viaggi a Hollywood, dove osservò e studiò tutti gli aspetti della produzione cinematografica americana e conobbe famosi produttori e registi americani. È lo stesso Freddi, direttore della cinematografia dal 1934 al 1939, a raccontare, con la voce di Diego Abatantuono, la storia della propria vita, i rapporti col duce, la volontà di fare piazza pulita del vecchio cinema e di organizzare una vera e propria politica cinematografica di stato, l’ambizioso progetto di far nascere una città del cinema con impianti all’avanguardia, ideata in stile razionalista dal celebre architetto Gino Peressutti.
A 80 anni dalla posa della prima pietra a Cinecittà, la voce del protagonista sconfitto e dimenticato di un pezzo di storia riemerge dal passato e racconta con dolore, con rabbia, ma con immutato amore per la settima arte, il suo personale punto di vista sulla costruzione di una “fabbrica dei sogni” interamente italiana e sul tentativo di fare del cinema italiano “l’arma più forte”.

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