Cotonatissimi, pettinati verso l’alto, poi ripiegati sulla cima della testa creando una forma simile a quella di una cipolla. Il mitico beehive dal sapore anni ’60 popolarissimo tra le dive di allora da Audrey Hepburn a Brigitte Bardot, e poi ancora ai nostri giorni tra le loro “nipotine”, da Amy Winehouse buonanima a Scarlett Johanson, aveva una “mamma”, una creatrice: Margaret Vinci Heldt, parrucchiera italo-americana di Chicago, morta in questi giorni a Evanston, Illinois, per arresto cardiaco.
Aveva 98 anni. Beehive significa alveare: rispetto alle acconciature più piatte e anonime degli anni Cinquanta, fu una vera e propria rivoluzione, permessa da una invenzione del dopoguerra, la bomboletta spray della lacca. Il beehive debuttò nel febbraio 1960 e immediatamente fu “alveare-mania”, alimentata dalle celebrita’ che adottarono l’acconciatura: tra le prime, le cantanti Dusty Springfield, Aretha Franklin, Barbra Streisand e le Ronettes, le attrici Brigitte Bardot e Audrey Hepburn.