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Ken Loach: "Il cinema si ribelli ai potenti"

Figlio di operai, ha dedicato tutta la sua opera cinematografica alla descrizione delle condizioni di vita dei ceti meno abbienti. Si è sempre definito socialista.

Ken Loach: "Il cinema si ribelli ai potenti"
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23 Maggio 2016 - 09.22


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“Occorre, oggi più che mai, che il cinema protesti contro i potenti. Spero che questa tradizione si conservi. Un altro mondo è possibile e necessario”. Lo ha detto Ken Loach ricevendo la Palma d’oro al Festival di Cannes. “Il Festival è importante per il futuro del cinema – ha detto inoltre -. I personaggi del mio film vivono nella quinta nazione del mondo e sono poveri. Il mondo è in una situazione pericolosa, siamo quasi alla catastrofe e questo accade a causa del sistema neoliberale”.

Nato nel 1936, figlio di operai, ha dedicato tutta la sua opera cinematografica alla descrizione delle condizioni di vita dei ceti meno abbienti.
Politicamente impegnato, si è sempre definito socialista. Ha fatto parte della corrente artistica inglese del Free cinema (i cui leader erano registi come Lindsay Anderson, Karel Reisz, Joseph Losey e Tony Richardson), con film come Poor Cow e Kes. Tra i vari premi ricevuti meritano di essere ricordati le due Palme d’oro vinte al Festival di Cannes nel 2006, per Il vento che accarezza l’erba, e nel 2016 con I, Daniel Blake, il Pardo d’onore al Festival di Locarno nel 2003 e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia nel 1994. È padre del regista Jim Loach.

Ecco i vincitori. Palma d’oro del 69/o Festival di Cannes a I, Daniel Blake di Ken Loach. Il Grand Prix a Xavier Dolan per Juste la fin du monde. Il premio per il miglior regista è stato assegnato ex aequo a Olivier Assayas per Personal Shopper e Cristian Mungiu per Bacalaureat. Ashgar Farhadi si aggiudica la miglior sceneggiatura per Le Client, che conquista anche il premio per il migliore attore andato a Shahab Hosseini. Miglior attrice Jaclyn Jose per Ma’ Rosa di Brillante Mendoza. Il premio della giuria va a American Honey di Andrea Arnold, mentre il premio Camera d’Or per la migliore opera prima a Divines di Houda Benyamina. TimeCode di Juanjo Giménez fa sua la Palma d’oro del cortometraggio.


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