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Ecco I Minions, i nuovi Fratelli Marx

Esce lo spin off di Cattivissimo Me con i Minions 'scatenati' in una storia tutta loro che fa il verso alla Hollywood degli anni d'oro.

Ecco I Minions, i nuovi Fratelli Marx
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21 Agosto 2015 - 09.51


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Di Marco Spagnoli

@marco_spagnoli

I Minions arrivano al cinema in una storia tutta loro che insieme al film Pixar Inside Out è uno dei migliori titoli d’animazione prodotti da molto tempo a questa parte, sebbene differente per tono e idee.

Minions, diretto da questo nuovo genio dell’animazione francese Pierre Coffin, è stato realizzato in un ex garage di Parigi così come i precedenti due capitoli di Cattivissimo Me dalla società McGuff finanziata dal produttore hollywoodiano Christopher Meledandri.

Un film sorprendente non solo per la qualità della storia visionaria ed esilarante, bensì perché i Minions, piccoli esseri gialli che parlano una lingua tutta loro ed incomprensibile ai più, sono più o meno inconsciamente modellati sui leggendari Fratelli Marx, al netto della sagacia verbale del loro membro più famoso, ovvero Julius ‘Groucho’ Marx.

La commedia che li vede protagonisti, alla ricerca del cattivo più cattivo del mondo di cui diventare i fedeli servitori, li propone in una serie di gag fisiche, ispirate, senza dubbio, dall’epoca delle cosiddette ‘comiche’ della Hollywood degli anni d’oro, dal Vaudeville che si faceva nei teatri americani e britannici dei primi anni del Ventesimo Secolo, che poi fu mutuato nel cinema, dando vita alla’slapstick comedy’, ovvero una commedia fisica di cui furono ‘eroi’ Stanlio e Ollio, Buster Keaton, Harold Lloyd, Charlie Chaplin e tante altre glorie in bianco e nero, diventate dei pilastri della comicità e della creatività.

Tutto questo in una cornice ipermodernista e tecnologica, dove le citazioni cinematografiche abbondano e dove lo spirito esplosivo ed irriverente del primo cinema di oltre cento anni fa trionfa, alla conquista (più che certa) dei nativi digitali di oggi, totalmente e giustamente inconsapevoli di quello che vedranno.

Per noi Italiani, poi, Minions è una lezione da cui trarre una riflessione molto importante: il nostro paese in qualche maniera ha dimenticato le possibilità offerte dalla nostra animazione. Enzo D’Alò, Bruno Bozzetto e tanti altri registi e talenti potrebbero fare film come Minions se messi in condizione da uno Stato che, come quello francese, ha non solo puntato sulla cultura, ma sul cinema come industria, attraendo capitali internazionali e favorendo una produzione locale d’animazione in cinema e in televisione da farci arrossire.

Basti pensare che titoli, in apparenza, hollywoodiani e dalla qualità identica se non superiore a quanto avviene a Hollywood come Cattivissimo Me,Oggy e i Maledetti Scarafaggi, i Dalton, Il Piccolo Principe e molti altri, sono tutte animazioni realizzate in Francia.

Ridendo, ridendo, dunque, dobbiamo domandarci perché non potremmo noi fare qualcosa del genere come quello che vediamo? A dimostrazione ulteriore che il cinema è un’arte globale, ma solo laddove diventa anche industria è ipotizzabile dia vita a grandi successi commerciali e artistici.

Nel segno del passato, per guardare al futuro. Come avrebbe detto, probabilmente, anche Walt Disney.

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