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Successo a Locarno per Martone con Pastorale cilentana

Il regista del Giovane favoloso porta nella cittadina elvetica un mosaico fatto di caccia, pesca, agricoltura, allevamento e più in generale del rapporto uomo-natura.

Successo a Locarno per Martone con Pastorale cilentana
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15 Agosto 2015 - 07.52


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Nell’edizione di quest’anno del Festival di Locarno sono presenti importanti registi italiani. Oltre a Marco Bellocchio, premio Pardo d’onore, in concorso c’è Bella e perduta di Pietro Marcello e una decina di titoli, spalmati nelle varie sezioni del programma.

Quella più ricca è la categoria Fuori concorso: ci sono quattro pellicole made in Italy tra cui Genitori di Alberto Fasulo (già vincitore del Festival di Roma con Tir), è un documentario di alto valore civile che raccoglie le testimonianze di madri e padri di ragazzi disabili.

Pastorale cilentana E poi c’è il corto “naturale” di Mario Martone. Il regista del Giovane favoloso porta nella cittadina elvetica Pastorale cilentana, un mosaico fatto di caccia, pesca, agricoltura, allevamento e più in generale del rapporto uomo-natura. Una pellicola molto attuale tanto da essere stata scelta come installazione del Padiglione zero a Expo.

Ma di cosa parla il film? Ricorda un pò, come ambientazione, Le meraviglie di Alba Rorhwacher. Lì il paesaggio agreste era quello toscano e si seguivano le vicende di una famiglia di apicoltori. Qui invece siamo in Cilento nella metà del XIV secolo. I campi sono coltivati con viti e olivi a perdita d’occhio. Qui vivono un padre e una madre con un figlio di otto anni, Nino. Sono contadini, possiedono tutto ciò di cui hanno bisogno e niente di più. La loro giornata è scandita dal passare delle ore segnate dai rintocchi delle campane, dal fluire delle stagioni, dal sole che sorge e tramonta, dalla pioggia, dal vento, dal caldo bruciante dell’estate.

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