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Il geniale Orson Welles a 100 anni dalla nascita

Per raccontare Welles, bastano le sue parole: è naturale che io sia andato sempre peggiorando: sono partito dalla cima e non potevo fare altro che scendere.

Il geniale Orson Welles a 100 anni dalla nascita
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4 Maggio 2015 - 15.38


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Nato a Kenosha, nel Wisconsin, il 6 maggio 1915, al pubblico si è sempre imposto con la genialità delle sue invenzioni e, a cent’anni dalla sua nascita esce per Adelphi ‘A pranzo con Orson’.
Orson Welles, proprio come il suo corpo nella maturità, sembra sia vissuto nel segno di una bulimica genialità. Aveva già dato tutto a soli 26 anni con Quarto potere. Regista, attore, romanziere era stato anche caricaturista a 6 anni, conferenziere a 8 e poi pittore, attore.

A cent’anni dalla nascita Adelphi pubblica ‘A pranzo con Orson’ conversazioni tra Orson Welles e l’attore e regista Henry Jaglom. La sua filmografia parte nel 1941 con un capolavoro rivoluzionario come Citizen Kane, in Italia battezzato Quarto potere. Un esordio alla regia straordinario e irripetibile. Tre mesi di riprese e nove di montaggio per un ribaltamento dei tempi di lavorazione che gli consentiva una frantumazione del linguaggio cinematografico convenzionale attraverso l’uso sistematico del ‘flash-back’.

Nel 1942, di nuovo grazie all’uso innovativo del Panfocus (tecnica di ripresa cinematografica che riesce a mantenere a fuoco più parti di un’inquadratura), gira L’orgoglio degli Ambersons, una singolare storia di famiglia ambientata nel sud degli Stati Uniti. L’anno successivo con Terrore sul mar nero riesce a rendere ironico un film sostanzialmente di propaganda bellica. A guerra finita, si misura poi con Lo straniero, in cui veste i panni di un criminale nazista rifugiato negli States, e, subito dopo, dà alla moglie Rita Hayworth un ruolo inedito in La signora di Shangai, ovvero in quello di una dark lady senza alcuna anima e romanticismo e per giunta bionda. Nel 1948, in tre settimane, dirige un Macbeth demoniaco e low cost (girato in 21 giorni), e nel 1952 torna a Shakespeare con un Otello cinematografico tra Italia e Nord Africa. Welles ormai deve fare i conti sempre di più con il suo gigantismo visionario che fa sì che la produzione americana come quella europea cominci a tenerlo a distanza. Per l’artista, sempre più sovrappeso, arrivano i tempi duri di vagabondaggio alla ricerca di soldi, ma continua, nonostante questo, con la regia cinematografica sia con Rapporto confidenziale, in cui si descrive come una sorta di Kane lugubre, sia in L’infernale Quinlan, storia di un sadico questurino composta con accenti neroniani, sia in una interpretazione attualissima del Processo di Kafka. Seguono una serie di film incompleti o di fiaschi commerciali, fino all’ ultima regia cinematografica, Filming Othello (1978).

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