Al di là dello specchio: tre corti per un dibattito | Giornale dello Spettacolo
Top

Al di là dello specchio: tre corti per un dibattito

Un testo per presentare la proiezione di tre cortometraggi: Il Presente Espanso, Una città del mondo (No Tav),
Towards a Militant Conceptualism. [Sara Marchesi]

Al di là dello specchio: tre corti per un dibattito
Preroll

GdS Modifica articolo

16 Marzo 2015 - 21.13


ATF

di Sara Marchesi

Già a metà degli anni Settanta, Radio Alice – la radio libera bolognese – affermava la necessità, una volta spezzata l’unanimità istituzionale sul piano dell’informazione attraverso il potenziamento delle strategie di contro-informazione, di compiere un passo ulteriore, andando oltre la ricerca di aggregazione e auto-riconoscimento di classe o gruppo politico. Questo significava rompere con un’idea di soggetto come riproduzione immobile, riflesso di una realtà ormai inevitabilmente distorta dal discorso del potere dominante, rinchiusa dentro un regime di dicibilità che determina di che cosa sia o non sia possibile parlare, che cosa possa essere costruito nella sfera del discorso e quali siano le pratiche discorsive ammesse. Come già scriveva Foucault nel 1969 nella sua Archeologia del sapere, i discorsi non sono sistemi di segni che rimandano ad altro, ma “pratiche che formano sistematicamente gli oggetti di cui parlano”: essi sono dunque autosufficienti, si autoregolano e non sono riconducibili a una causa o a un fondamento unico esterno a essi, né a un soggetto trascendentale o empirico, a condizioni economiche e storico-sociali, o allo spirito del tempo. I discorsi si inseriscono piuttosto in una trama di rapporti di potere che permea ogni società; essi sono pratiche che dipendono dal potere, ma che al contempo generano loro stessi potere. A nostro avviso, risulta oggi di importanza fondamentale far risuonare nuovamente questo appello alla costruzione di un individuo inteso come soggettività agente di un’esistenza in trasformazione, che operi non solo attraverso la denuncia delle menzogne e dei falsi valori imposti dal sistema di dominio del contemporaneo, ma anche e soprattutto attuando una rottura radicale della sua realtà, dello specchio in cui siamo forzati a rifletterci.

Ciò che i tre cortometraggi proposti hanno in comune è l’utilizzo di un linguaggio filmico che prende innanzitutto posizione nei confronti del dictat dell’informazione diretta e della comunicazione che – come scriveva Gilles Deleuze – si basa sulla messa in circolazione di parole d’ordine dai toni polizieschi e rappresenta ormai la prima e più sofisticata strategia di controllo sociale. Tale scelta emerge in maniera chiara in Towards a militant conceptualism, cortometraggio realizzato dalla filmmaker Seemab Gul in collaborazione con il curatore Mike Watson, dove il focus è puntato proprio sul confronto/scontro con l’ideologia statale incarnata dagli agenti dello Stato e sulla messa in discussione dei princìpi legislativi sui quali la nostra società si basa.

Contemporaneamente, i tre video si discostano dalla canonica forma espressiva utilizzata dalla contro-informazione, che corre spesso il rischio di confondersi e mescolarsi con i codici propri della propaganda. Da qui la scelta attuata da Chiara Balsamo e Duccio Scotini di lavorare sul movimento No Tav, il quale ha da subito posto al centro della sua riflessione politica la problematizzazione del regime semiotico della comunicazione di massa e delle modalità di rappresentazione della lotta, cercando di sviluppare un linguaggio narrativo che non creasse separazione ma piuttosto favorisse la comprensione e la partecipazione. Anche la scelta di affiancare alle immagini del video un apparato testuale estratto dal romanzo di Elio Vittorini Le città del mondo, oltre che un rimando diretto alla questione della sottrazione di terre comuni e della città intesa come possibile espressione di un modello di vita comunitaria, denota il tentativo di sperimentare una forma di narrazione “altra”.

Il vero filo conduttore dell’intera proiezione è però da ricercarsi nella critica radicale del concetto di progresso così come inteso dall’ideologia moderna, basato sulla tripartizione del tempo storico in un passato, un presente e un futuro apparentemente inconciliabili. Secondo questo punto di vista, se il passato è qualcosa da cui è necessario continuamente riscattarsi e allontanarsi senza mai voltarsi indietro e il futuro è la promessa del compimento della trasformazione e dello sviluppo della società secondo il modello capitalista, allora quello che ci troviamo a vivere diviene inevitabilmente un presente transitorio e precario, pura proiezione verso un presunto avvenire migliore, ma in realtà funzionale al mantenimento dello status quo.

Esiste però un’altra idea di futuro, un futuro che non ha niente a che fare con l’illusione di un infinito progresso storico e tecnologico, che sprigiona una forza in grado di rompere con la memoria scritta dai vincitori, di farla esplodere, rivelando così le verità degli oppressi. Questa forza, il salto della tigre de Il presente espanso di Mariette Schiltz – video basato su un testo di Isabell Lorey – , è la forza dell’immaginario, del virtuale, della proiezione utopica che non vuole essere una fuga, ma piuttosto un tentativo di riscatto. L’immaginario che rompe con la trinità immutabile del tempo storico è quello che riscopre l’adesso allo scopo di esistere; l’immaginario diviene così elemento attivo di sovversione del linguaggio comune allo scopo di cambiare il presente per mettersi nuovamente in relazione con esso alle condizioni desiderate.


Il presente espanso / The Expanded
Present
  (sott. italiano)

2’44”, 2014 di Mariette
Schiltz

Il salto di una tigre ha la capacità di strappare ciò
che è attuale al passato, pratiche rivoluzionarie incompiute,
fallite e vincenti, li compone nel presente con nuove lotte, per
inventare di volta in volta poteri costituenti, nuove e migliori
forme di convivenza.
Isabell Lorey ha scritto il testo “Il presente
espanso” per Isola Utopia, a San Mauro Cilento, nell’estate
2014. Voiceover Steve Piccolo.

Una città del mondo (No Tav)

9’00”, Italia 2013 di Chiara
Balsamo e Duccio Scotini

Una città del mondo, nasce da una serie di incontri avvenuti in Val di
Susa e come reazione ai numerosi arresti che colpirono il
movimento No Tav dal 26 gennaio 2012. Come nel romanzo di Elio
Vittorini Le città del Mondo – da cui sono tratti i
testi presenti nel video – la città è intesa come espressione di
un modello di vita comunitaria che si propone a progetto
politico.

Towards
a Militant Conceptualism

(sott. italiano)

12’45”, Inghilterra 2012 di Seemab
Gul e Mike Watson

Il
cortometraggio Towards a
Militant Conceptualism
riflette sulla forza politica
dell’arte nel mondo contemporaneo. Il film esplora esperienze
personali di lotta, ponendosi in contrasto con gli agenti dello
Stato e mettendo in discussione le origini della legge. La
proposta conclusiva è quella di considerare l’arte come una
forma di interrogazione radicale che, nella sua mimesi del
processo politico, può essa stessa farsi portatrice di nuove
alternative sociali.

Native

Articoli correlati