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A confronto le due anime dell’America

American Sniper e Selma saranno nominati agli Oscar. Due eroi opposti: il soldato bianco che uccide i nemici e il pacifista nero che lotta per i diritti civili.

A confronto le due anime dell’America
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12 Gennaio 2015 - 11.10


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di Piero Cinelli

E’ ancora presto per dirlo, ma con ogni probabilità sia American Sniper che Selma riceveranno la candidatura agli Oscar, mettendo di fronte, forse mai in modo così stridente, le due anime dell’America, proponendo due modelli di ‘eroi’ opposti, il soldato bianco che uccide i nemici per difendere i suoi compagni e il pacifista nero che lotta per i diritti civili. Due film straordinari, entrambi osannati dalla critica (99% di critiche positive per Selma e 75% per American Sniper) con due campioni dei due mondi di riferimento: Chris Kyle, un cecchino leggendario con circa 250 ‘bersagli umani’ abbattuti e Martin Luther King Jr. il pastore protestante che ha spinto la comunità afroamericana nella direzione della lotta non violenta. Due visioni del mondo opposte, la libertà che viene dalla tolleranza e dal rispetto reciproco e la libertà che va difesa con le armi.

Entrambi martiri, il cecchino venne ucciso da uno squilibrato quando aveva cominciato a prendere coscienza dell’insensatezza della guerra, e il pastore ucciso da un proiettile di cui non è mai stato chiarito fino in fondo, come nella miglior tradizione americana, il colpevole e i mandanti. Kyle è l’eroe dell’America del dopo 9/11 che combatte a torto o a ragione nelle zone ‘calde’ del mondo, King è l’eroe dell’America multietnica che rifiuta la violenza e crede nella convivenza. Le loro ‘anime’ attraversano da sempre il cuore della nazione, con eguale passione e generosità, con identica ed intima convinzione, per entrambi, che i guai maggiori del loro paese derivano dalla parte opposta della barricata. C’è da aggiungere che Selma, coerentemente con la storia che racconta, è diventato il simbolo militante della rivolta ‘pacifica’ dei cittadini afroamericani contro le violenze e gli omicidi commessi dalle forze di polizia, il che se da una parte è una fortuna per il paese che come simbolo di una rivolta sia stato scelto un eroe pacifista, dall’altra potrebbe alienare al film le simpatie dei membri più conservatori dell’Academy. Come specularmente potrebbe avvenire, nonostante l’attenzione del regista Clint Eastwood ha dichiarato di essere da sempre contrario alla guerra in Iraq, che i ‘radical’ non apprezzino la glorificazione di un cecchino. Se l’anno passato 12 anni schiavo vinceva la statuetta dorata riportando a galla i fantasmi di un passato colpevolmente dimenticato, quest’anno Selma e American Sniper mettono l’Academy di fronte ad una scelta molto più impegnativa, chiamando in causa i fantasmi di un presente tutt’altro che riconciliato.

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