Che si amino o meno i Supereroi, Il ragazzo invisibile è un film importante per tutto il cinema italiano. Molto importante. E coraggioso…
Non un “tentativo”, bensì un’operazione industriale e commerciale compiuta e meditata che lavora sull’immaginario collettivo mondiale, basandosi soprattutto su un’ottima sceneggiatura scritta da tre grandi talenti del nostro cinema come Stefano Sardo, Ludovica Rampoldi e Alessandro Fabbri, prodotto dalla società di produzione più innovativa e lungimirante attualmente in attività, ovvero quella Indigo Film di Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori che in pochi anni ha sfornato successi come quelli di Paolo Sorrentino, Ivan Cotroneo, Andrea Molaioli e altri registi.
La prima collaborazione con il premio Oscar Gabriele Salvatores dà vita ad un progetto inedito e originale, co-prodotto dalla Major italiana Raicinema guidata da Paolo Del Brocco e distribuito con un progetto di lancio durato quasi un anno dalla 01 diretta da Luigi Lonigro.
Nomi da non dimenticare questi che non vengono citati per piaggeria, bensì per dare atto ad un coraggio che sulla carte vale ancora di più. Un supereroe italiano? E’ facile suppporre quanto cinismo e scetticismo sia scorso a fiumi nei confronti di questo progetto nato cinque anni. Eppure, i nostri ‘cugini’ francesi hanno fatto del cinema di genere (per non parlare dell’animazione) una delle punte di diamante della loro produzione con registi come Luc Besson che vivono una doppia vita di autori e produttori di livello internazionale.
Per questo motivo, Il ragazzo invisibile risulta particolamente importante in questo momento: è la nascita di una possibile franchise italiana in grado di essere capita all’estero e che lavora soprattutto su un target di pubblico preadolescenziale, peraltro dimenticato costantemente dalla nostra produzione e raggiunto, invece, da prodotti stranieri o targetizzati come la serie di Violetta.
Finalmente anche in Italia si ‘sdogana’ nuovamente il genere puro e si riprende una tradizione importante che nel nostro paese, negli anni Sessanta e Settanta ha generato diversi film legati al Western, all’epico sandalone e, talora, perfino timidissimamente alla fantascienza come nel caso del mai sufficientemente apprezzato Il Disco Volante di Tinto Brass.
Il ragazzo invisibile è un film importante dove una sceneggiatura che costantemente apre scenari importanti sfrutta le suggestioni di saghe come quelle degli X men per un cinema intelligente e tutt’altro che convenzionale, impreziosito dalla sensibilità di Gabriele Salvatores e del suo lavoro su piani di racconto diversi.
Una produzione che lascia il desiderio di conoscere ancora la storia del ‘Ragazzo invisible’ che da normalissimo adolescente sfigato di provincia scopre di avere poteri legati ad un segreto del passato destinato a sconvolgere il suo presente.
Tutto questo innestando le basi per uno o più sequel dove qualcosa di “tremendo” sul piano narrativo e spettacolare, sta per accadere.
Una tempesta narrativa all’orizzonte che abbiamo voglia di vedere, perché questo film può cogliere qualcosa di più e ancora inespresso dell’immaginario italiano, ingiustamente suddito delle narrazioni altrui.
Questo film, infatti, ha il grande pregio di non lasciarsi influenzare e di trovare un proprio percorso narrativo in una direzione ostinata e intelligente con un costo di soli otto milioni di Euro, per affrontare con forza e aggredire un mercato dove siamo stati assenti troppo a lungo.
Un prodotto interessante fortunatamente molto commerciale e che lavora su un pubblico ben preciso e che, soprattutto promette un grande futuro, grazie ad un presente brillante basato sui principi fondamentali del grande cinema: un’ottima sceneggiatura, un grande regista e un cast di attori di talento con un giusto mix di interpreti giovani e nomi affermati.
Un grande progetto industriale che ci rende orgogliosi perché lascia intravedere un futuro alternativo non solo per il mondo dei Supereroi italiani, ma per l’internazionalità del nostro cinema lasciata da tropppo tempo appannaggio esclusivo del cinema d’autore.