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Venezia 71: Ivano De Matteo racconta I nostri ragazzi

Il regista ha presentato al Festival di Venezia il suo film provocato e anti-borghese, ispirato al romanzo La cena di Herman Koch.

Venezia 71: Ivano De Matteo racconta I nostri ragazzi
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6 Settembre 2014 - 15.08


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di Davide Monastra

“Per il mio nuovo film, I nostri ragazzi, mi sono liberamente ispirato al romanzo La cena di Herman Koch, dove ci si pone la domanda che a me interessava: se tuo figlio commette qualcosa di grave, come ti comporti?”. Inizia così a raccontare il suo film Ivano De Matteo, regista de “I nostri ragazzi”, presentato alla 71esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella sezione delle Giornate degli autori, in uscita nelle sale italiane il 5 settembre 2014. “I nostri ragazzi” è un film provocatorio che analizza la vita di due famiglie borghesi di due fratelli completamenti opposti nel carattere, che devono decidere se denunciare o proteggere i propri figli.

“I nostri ragazzi” è il terzo capitolo di una trilogia che ha come tema la famiglia?

Questo film, “La bella gente” e “Gli equilibristi” sono in realtà legati da un unico filo, ossia l’equilibrio familiare che è scomposto, distrutto e ferito, da elementi estranei che, a seconda del film, entrano o escono per scardinare un sistema ben strutturato come quello della famiglia. Ne “I nostri ragazzi” è un evento tragico di cui si rendono colpevoli due ragazzi, che va a destabilizzare due famiglie. Per adesso è una sorta di trilogia, ma spero che anche il prossimo film, al quale sto lavorando, possa avere come tema l’ambiente domestico.

Quanto resta nel film del romanzo di Herman Koch?

Mi sono distaccato in molte cose. Quando decido di realizzare un film mi pongo sempre una domanda. Questo è anche il motivo per cui mi piace essere un regista. Adesso che il film è completo, quell’interrogativo che mi sono posto all’inizio, lo pongo al pubblico. Rispetto al romanzo poi ho cambiato ad esempio le professioni dei protagonisti. Nel mio film sono un avvocato penalista e un medico pediatra. Una famiglia è formata da Luigi Lo Cascio, che è sposato con Giovanna Mezzogiorno. L’altra è composta da Alessandro Gassmann e la sua seconda moglie. Entrambi hanno figli adolescenti che, nel romanzo, erano entrambi due maschi di 16 anni. Ne “I nostri ragazzi”, Gassmann invece ha una figlia. Inserire questo personaggio femminile mi ha dato la possibilità di lavorare di nuovo con Rosabell Laurenti Sellers, che avevo diretto ne “Gli Equilibristi”. L’altro protagonista è interpretato da Jacopo Olmo Antinori, che ho scelto per la sua bravura e la sua faccia inquietante.

Come è avvenuta la scelta del cast?

Avevo pensato ad alcuni interpreti e sono riuscito ad avere il cast che volevo. Per me è molto importante lavorare con questi attori, mi è piaciuto molto dirigerli.

L’autore ha venduto singolarmente i diritti del romanzo. Sono stati prodotti e saranno prodotti altri film tratti da “La Cena”.

Sicuramente esiste una versione olandese del film del 2012. Poi, dopo aver acquistato i diritti del libro, insieme a mia moglie Valentina Ferlan, ho scoperto che Cate Blanchett per il suo debutto da regista ha dichiarato di volerne fare un film. Ma sarà sicuramente molto diverso, perché io il film l’ho fatto mio ed è stato solo uno spunto su cui partire. Sicuramente il prossimo lavoro ad uscire al cinema sul romanzo di Koch è “I nostri ragazzi”.

Oltre a “I nostri ragazzi” si è anche risolto il problema che impediva la distribuzione in Italia de “La bella gente”.

La bella gente è stato un film che è andato benissimo in Francia e che, per problemi burocratici, non è stato ancora distribuito in Italia. È entrato in una spirale strana di personaggi assurdi, ma finalmente si è risolto tutto. Il ministero dei beni culturali, che lo ha anche prodotto, è ritornato in possesso della pellicola, che per colpa di un personaggio ambiguo non riusciva a vedere la luce nelle sale cinematografiche. Credo che dopo l’uscita de I nostri ragazzi anche la Bella gente arriverà nelle sale, stiamo solo cercando di capire come e quando distribuirlo.

Che effetto le fa tornare alla Mostra di Venezia?

Sono molto contento di essere stato selezionato per le Giornate degli autori, quest’anno con la particolarità che c’è anche un concorso a cui partecipare e una giuria che deve valutare. Non sono ansioso, ma sono invece molto curioso di sapere che effetto farà il film, una volta proiettato.

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