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Paolo Virzì: negli Usa mi vogliono per girare un film

Il regista, che ritirerà ad Ischia il premio come miglior regista dell’anno per Il capitale umano, ha confidato di essere stato contattato più volte da grandi major statunitensi.

Paolo Virzì: negli Usa mi vogliono per girare un film
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18 Luglio 2014 - 15.40


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Paolo Virzì sarà premiato all’Ischia Global Fest come regista dell’anno per «Il Capitale umano» pellicola che ha già ricevuto 21 premi già vinti, ha incassato 6 milioni e mezzo di euro ed è stato venduto in 35 paesi tra cui la Francia dove uscirà a dicembre 2014. Il riconoscimento gli sarà consegnato dalla star americana Selena Gomez.

«Evidentemente sono riuscito a raccontare una certa Italia, il mistero, l’angoscia, l’infelicità di questi nostri anni di crisi utilizzando il thriller che è uno schema narrativo inconsueto per un box office orientato sulle commedie. Invece il pubblico è più avanti di quel che si pensa e ci ha premiati», ha dichiarato il regista a proposito del successo del film, che è stato proiettato ad Ischia alla presenza dei produttori Usa Mark Canton e Avi Lerner.

«Ischia Global è un festival davvero pop – ha notato Paolo Virzì, giunto da alcuni giorni sull’isola con la moglie Michela Ramazzotti ed i figli – vedrei bene il suo ideatore Pascal Vicedomini a dirigere Venezia. Qui si adotta una formula non penitenziale, ed io credo proprio che occorra abbattere i recinti in cui spesso il cinema d’autore tende a soffocarsi ed aprirsi al pubblico popolare”.

Il regista ha anche raccontato un aneddoto divertente: “Quando Vicedomini mi ha detto che sarei stato premiato da Selena Gomez ho dovuto consultare internet per sapere chi fosse mentre mia moglie Micaela mi spiegava che è famosissima nel mondo. Una scelta, quella di abbinarci, non certo casuale e coerente con gli obiettivi di questo festival. Anche io a Torino ho provato, lanciando la sezione Europop, ad aprirmi a queste logiche proponendo nel festival successi commerciali di vari paesi che difficilmente avremmo visto in Italia, ed è andata benissimo”.

Sulla sua esperienza come direttore del Torino Film Festival ha dichiarato: “Dirigere un festival è stato bellissimo, ho proposto 350 film di cui quasi tutte anteprime tra le quali quelle di grandi autori, come i Cohen. Ma ho spiegato ai soci del festival e alle istituzioni che questo lavoro meglio lo facciano dei professionisti. Io sono un regista in attività ed ho altre cose da fare, posso restare da consulente».

Inoltre ha sottolineato che ormai il suo lavoro è richiesto anche dall’estero e soprattutto negli Stati Uniti: «Mi arrivano dagli Usa copioni che mai avrei pensato mi potessero arrivare, non script indipendenti ma dagli studios e mi cercano per film d’azione ad alto budget. Mi hanno spiegato che ora questi blockbuster si affidano a registi di cinema d’autore, come Sam Mendes per 007 o Ang Lee per Hulk. Chissà se ne avrei il coraggio. Con lo scrittore Stephen Amidon, autore del romanzo omonimo da cui ha tratto Il Capitale Umano, siamo sempre in contatto. Stiamo tentando di lavorare insieme, lui è un grande autore, quando ho letto il suo libro sono rimasto folgorato. Ho pensato: è una storia italiana, la nostra società contemporanea. Per questo ho voluto fare il film a tutti i costi, anche quando tanti storcevano la bocca su un noir lombardo».

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