"60 sul 2": La Rai festeggia il sessantesimo compleanno della Rete giovane | Giornale dello Spettacolo
Top

"60 sul 2": La Rai festeggia il sessantesimo compleanno della Rete giovane

La trasmissione è una immersione nei ricordi della fanciullezza ma anche un modo per scoprire il meraviglioso mondo della televisione che fu ed uno spaccato del costume e della società italiana

"60 sul 2": La Rai festeggia il sessantesimo compleanno della Rete giovane
Preroll

redazione Modifica articolo

19 Dicembre 2021 - 20.40


ATF

di Leonardo Antonelli

Il 16 dicembre è andata in onda su Rai2 una puntata speciale per festeggiare il suo 60esimo compleanno (anche se con un po’ in ritardo rispetto alla data di nascita). Il programma intitolato “60 sul 2” è stato condotto dall’attrice e comica Emanuela Fanelli ed ha ripercorso la storia della seconda rete Rai attraverso una sequenza minuziosamente curata di filmati d’epoca e recenti, intervallati dalle battute sagaci e ad effetto della conduttrice.
Una immersione nei ricordi della fanciullezza ma anche un modo per scoprire il meraviglioso mondo della televisone che fu e uno spaccato del costume e della società italiana. 
“60 sul 2” è visibile sulla piattaforma digitale “Raiplay”. In questo articolo proverò a riassumerne i contenuti descrivendo in pillole le tappe del Secondo canale della Rai seguendo la traccia temporale con cui è stata riproposta nella serata celebrativa.
I primi passi in bianco e nero del canale 
Il “Secondo Programma” venne inaugurato alle 21 del 4 novembre 1961 con uno spettacolo intitolato “Studio Uno”, condotto da Mina.

(Mina conduce la serata evento della nascita del Secondo Programma)

Come ha giustamente ricordato Fanelli durante la presentazione, la Seconda Rete
fungeva principalmente da stampella al più importante e monopolistico Programma Nazionale ed aveva una funzione meramente di accompagnamento senza creare una vera e propria alternativa al palinsesto del primo canale.
Il Secondo programma aveva un orario di trasmissione ancora più ridotto del Programma Nazionale: c’erano trasmissioni soltanto in prima serata dalle 21 fino alla mezzanotte con una replica del Telegiornale già andato in onda dall’altra parte.
La svolta a colori
Dopo 10 anni di immobilismo e sudditanza, a smuovere le acque nel tranquillo orticello della Rete 2 (chiamata così fino al 1983) ci ha pensato in primis Renzo Arbore con programmi come “Speciale per voi” e “L’altra domenica”, passando poi per Enzo Tortora con il seguitissimo “Portobello” e tanti altri che sono stati tutti debitamente e doverosamente ricordati.
Ma la consacrazione a rete televisiva indipendente e autonoma è avvenuta con la nascita del Tg2, originato dalla scissione in due tronconi del Telegiornale unico in Tg1 e Tg2, in attuazione della riforma del Servizio pubblico del 1975.
Il Tg2, seppur rientrava nella logica della lottizzazione politica, fu una vera rivoluzione per l’informazione italiana.
Una ventata di novità con telefonate in diretta e uno stile di conduzione diretto e ad impatto che catturava il telspettatore più della notizia stessa, un’ impostazione distante anni luce da quella ingessato del Tg1.
Solo da quel momento la Rete 2 si è imposta davvero sul piccolissimo mercato che la Tv offriva in quel momento, (prodromo della più ampia concorrenza dei canali Tv che partirà agguerritissima negli anni ’80), con una vocazione giovanile, di carattere sperimentale e con una visione innovativa dello sport e della musica rispetto a Rai 1.
(Tg2 dal 1976 al 2020)

Una scanzonata e impertinente  “L’altra domenica” osava sfidare la ieratica “Domenica In” di Corrado, mentre “Portobello” con i suoi oltre 20 milioni di telespettatori a puntata insidiava la programmazione del venerdì sera della Rete 1.

(Sigla di “Portobello”)

Il bacino delle idee e dell’innovazione televisiva
Alla fine degli anni ’70 la Rai si accorse di quanto la Seconda Rete potesse arricchire di programmi e di formule nuove l’azienda e non ha perso l’occasione di testare tantissime trasmissioni e fiction prima di lanciarle, magari sulla rete ammiraglia.
Ed è questo aspetto che per Rai 2 è stato un vanto ma ben presto si è trasformato in un pericolo da cui difendersi. La sorella maggiore prima e le altre reti concorrenti poi hanno spesso tentato e portato a termine agguati per depredare il palinsesto di Rai 2 da programmi, format e serie di successo, svuotandola pian piano.
E’ accaduto con molti titoli, come il “Maresciallo Rocca”, migrato su Rai 1 grazie agli ascolti monster registrati durante la prima stagione, ma anche con l’Isola dei Famosi, La Vita in Diretta e tanti altri ancora.
L’unico caso di passaggio di un programma da una rete concorrente a Rai 2 è avvenuto a parti invertite con “Quelli che” e “Che tempo che fa”, entrambi condotti da Fabio Fazio, mentre i programmi sportivi “90° minuto” e “La Domencia sportiva” vennero trasferiti sulla Seconda Rete dopo la creazione del canale Rai Sport.
Una rete per tutti dove va in onda di tutto
Il rapporto che Rai 2 ha instaurato con lo sport ha avuto da sempre un impatto fortissimo sul suo palinsesto televisivo: Rai due è la rete olimpica della Tv di Stato, ma ha generato programmi in cui il mix sport-intrattenimento è stato così esplosivo a tal punto da diventarne il core business.
Rai 2 ha avuto anche il privilegio, più di altre reti, di adattarsi ai cambiamenti dei tempi e di spaziare, ospitando tutti i generi televisivi esistenti: la satira declinata all’intrattenimento, le serie Tv italiane e straniere, queste ultime portate al successo in Italia proprio da Rai 2 (Friends, E.R., Streghe), e il tanto inflazionato genere del talk show cavalcato magistralmente da di Michele Santoro negli anni ‘90 e 2000.

Native

Articoli correlati