Peggio della Cuccarini c’è solo Rita Pavone. E infatti eccola alla 70esima edizione del Festival.
E alla fine anche Tosca e Rita Pavone risposero alla chiamata per salire sull’ultimo treno, destinazione Festival. Con l’annuncio delle due artiste stasera in diretta su Rai1 durante la trasmissione Soliti Ignoti – Speciale Lotteria Italia (a sorpresa? programmato a tavolino? deciso in extremis per placare gli animi dopo la decisione irrituale di Amadeus di rivelare qualche giorno fa i nomi dei cantanti al quotidiano La Repubblica?) passano da 22 a 24 i Big in gara all’Ariston, in calendario dal 4 all’8 febbraio.
Era stato lo stesso direttore artistico e prossimo conduttore della 70/a edizione della manifestazione a dire che no, gli artisti in gara non sarebbero aumentati di numero. Impossibile – assicurava – per i tempi legati alle esigenze televisive (anche se in passato è già successo). Possibile invece, evidentemente, per le più stringenti esigenze di una pax augustea in salsa musical-televisiva. E anche, c’è da immaginare, per mettersi al riparo dalle già incombenti polemiche sulle poche presenze in rosa (che ora diventano 7 su 24, sempre pochine a dire il vero).
La scelta di Rita Pavone potrebbe però far storcere il naso a qualcuno per le sue posizioni pro Salvini e per le critiche a Greta Thunberg. Perché Sanremo, si sa, diventa cosa seria in Italia e fa tremare i piani alti di Viale Mazzini, arriva in Parlamento, sollecita batti e ribatti politici, accende polemiche via social. L’ultima questione, che ha costretto lo stesso amministratore delegato Rai Fabrizio Salini a intervenire, è quella scoppiata sulla presenza o meno tra gli ospiti della giornalista palestinese, con cittadinanza italiana, Rula Jebreal, da sempre impegnata contro la violenza sulle donne. “Le proposte della direzione artistica, già discusse con la direzione di Rai1, saranno oggetto, come di prassi, di un confronto con l’amministratore delegato, con il solo obiettivo di realizzare un grande Festival di Sanremo”, precisa Salini, che già domani ha in programma un incontro con lo stesso Amadeus e con la responsabile della rete ammiraglia Teresa De Santis.
Sui social infatti arrivano già le critiche: “La vera domanda è chi beccherà il decisivissimo endorsement salviniano fra Anastasio e Rita Pavone”, si chiede un utente. E ancora: “Rita Pavone, Anastasio… mancano solo i Legnanesi, e potevamo fare il festival della Lega”. E ancora: “Certo che tra Anastasio e Rita Pavone quest’anno i fascistelli saranno contenti”.
“Da domani – precisa l’ad – si definiranno le presenze che affiancheranno Amadeus nel corso delle 5 serate e la partecipazione di altri ospiti, oltre a quelli già decisi”.
E’ stata la stessa Jebreal a rivelare la marcia indietro della Rai, dopo l’invito ricevuto da Amadeus: “Evidentemente – ha detto a Repubblica – qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace”.
Il contorno “politico” allontana l’attenzione da quello che dovrebbe essere il cuore del festival (e che ogni direttore artistico mette al primo posto delle sue priorità, prima di essere smentito dagli eventi) e cioè la musica e le canzoni.
Stasera, ad esempio, a far notizia dovevano essere i titoli dei brani che gli artisti portano in gara e che loro stessi, entrando uno alla volta in studio (è la prima volta che tutto il cast viene presentato insieme in tv prima del festival), hanno rivelato tra l’identità di un ignoto e l’altro. “Ci tenevo che fossero qui in mezzo alla gente”, ha spiegato Amadeus.
Rita Pavone: “Cosa pensano di me non è un problema mio”
Alle agenzie la cantante, che torna al festival dopo 48 anni, ha raccontato di aver saputo di partecipare solo venerdì scorso dopo una telefonata di Amadeus. “Mi hanno raccontato che ero già dentro, ma che volutamente il mio nome non era stato annunciato perché la Rai voleva avere una sorpresa da giocarsi. Comunque sia, io sono contenta di esserci. Lo prendo come un bel regalo di Natale, anzi della Befana!”. E sulle critiche perché lei si è schierata dalla parte di Salvini e della Lega, con toni fermamente convinti, risponde: “Come diceva Charlie Chaplin, preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è un problema loro”.
Le critiche non riguardano Rita Pavone come artista ma, appunto, per come ha sostenuto pubblicamente l’ex governo. Rita Pavone ha ammesso di non andare a Sanremo pensando di vincere ma per mostrare una cantante con ancora “tanta energia” e che non è “quella del Geghege”, suo successo del 1967.