“Per un lungo periodo ho avuto difficoltà a dormire per gli incubi e gli scoppi di pianto nel sonno. Ogni volta che viene pronunciato il suo nome è una pugnalata al cuore. Il trauma emotivo, posso dire ora a cinque o sei anni di distanza, è stato più forte di quello economico e finanziario”.
A darne notizia è il Corriere della Sera che racconta come il celebre attore sia stato raggirato per 400mila euro, ma la somma potrebbe essere molto di più.
Trigona è un noto impresario, già di big della canzone come Dalla, Morandi, Ron: convince Guzzanti ad affidargli la gestione di una parte dei suoi guadagni per reinvestirli in titoli tedeschi, con ottimo rendimento e rischio nullo. L’attore acconsente.
E invece non solo i guadagni non ci sono, ma gli stessi bund tedeschi sono un’invenzione. Inesistente anche il conto di liquidità che Guzzanti crede di alimentare per le spese e dal quale Trigona, si legge nel capo d’imputazione, «effettua prelievi, dispone bonifici, effettua operazioni di giroconto e richiede assegni circolari», falsificando la firma dell’attore o facendola falsificare a Vecchio («ma lui ha solo eseguito», sostengono i legali Filiani e Petronzi).
E Guzzanti si trova un debito di 900mila euro con l’erario.