Liliana Segre da Fazio: “Faccio proposta di legge contro le parole di odio” | Giornale dello Spettacolo
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Liliana Segre da Fazio: “Faccio proposta di legge contro le parole di odio”

La senatrice a vita a “Che tempo che fa”: “A 80 anni dalle leggi razziali forse c’è un’overdose, ma l’argomento a molti dà fastidio”

Liliana Segre da Fazio: “Faccio proposta di legge contro le parole di odio”
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23 Settembre 2018 - 23.50


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Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta ai lager, ospite della prima puntata della nuova stagione di “Che tempo che fa” di Fabio Fazio su Rai1 parla di una sua proposta di legge “contro le parole dell’odio”.
Intervistata dal conduttore per la ricorrenza degli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei, donna di una lucidità estrema e dalle parole chiare , nette, misurate e senza enfasi, l’88enne Liliana Segre ricorda: “In questo 2018 ricorrono gli ottanta anni dalle leggi razziste e fasciste, c’è un’overdose dell’argomento anche se a molti dà fastidio. Sono anche 70 anni dalla nostra Costituzione e 50 dall’omicidio di Martin Luther King. Ho lo stesso sogno suo: cerco di agire con la mia semplicità e ho presentato un disegno di legge contro le parole dell’odio, il razzismo, l’antisemitismo. Spero che si faccia un discorso sull’odio e vorrei fare una conferenza stampa per spiegare la mia proposta”.
Dopo che Fazio ha mostrato un filmato di un comizio di Mussolini a Trieste il 18 settembre 1938, a proposito delle leggi razziali firmate dallo sciagurato re Vittorio Emanuele III, Liliana Segre ha ricordato: “Mio papà mi spiegò che ero stata espulsa da scuola facendomi sentire per la prima volt l’altra, la diversa”. La piccola aveva 8 anni. “La mia maestra venne a casa e invece di abbracciarmi disse: ‘Non le ho fatte mica io le leggi razziali’. Quell’indifferenza fu peggio di uno schiaffo. La parola indifferenza è peggio della violenza”. E per questo Liliana Segre si è battuta affinché il monumento all’Olocausto al binario 21 della stazione di Milano, il binario da cui partivano i treni per i campi di sterminio, avesse in caratteri cubitali la parola “indifferenza”. “Ci sono nostalgici – ha giustamente osservato Fazio – bisogna sapere quando parliamo del duce”.

 

 

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