Pino Daniele, "Il tempo resterà": il film in prima tv | Giornale dello Spettacolo
Top

Pino Daniele, "Il tempo resterà": il film in prima tv

Il docufilm di Giorgio Verdelli è un viaggio emozionale tra musica ricordi e immagini inedite del grande artista napoletano

Pino Daniele, "Il tempo resterà": il film in prima tv
Preroll

Francesco Troncarelli Modifica articolo

15 Settembre 2017 - 15.50


ATF

Uscito nel marzo scorso, nel giorno del suo compleanno, arriva in prima serata tv “Pino Daniele-Il Tempo Resterà” (domenica, Rai 3 ore 20,30), pellicola che racconta la sua musica, la sua vita, la sua napoletaneità, il suo essere artista a tutto tondo, capace di coniugare la poesia col blues, la cultura con il vicolo, la creatività con il mare.

Un documentario appassionato e passionale diretto da Giorgio Verdelli, che grazie alla sua profonda conoscenza del cantautore, è riuscito raccontare il suo rapporto intimo e profondo con la città di Napoli ed anche la sua capacità di essere un artista apprezzato a livello internazionale.

Da “Pino Daniele – Il Tempo Resterà”, emergono la vita e gli incontri di un uomo unico, un nero a metà, un Masaniello dell’arte, un uomo in blues che sapeva esprimersi con un linguaggio aperto a tutti grazie a una relazione empatica e straordinaria con la terra in cui era nato.

E’ un ritratto inedito del Lazzaro felice con la chitarra, un viaggio emozionale attraverso la musica, i concerti e la vita del grande artista partenopeo che offre una straordinaria serie di immagini, molte delle quali sino ad ora mai mostrate, testimonianze e performance che riscaldano il cuore e al tempo stesso accentuano la nostalgia nel rivederlo.

Molto del materiale utilizzato per comporre questo grande omaggio a Pino Daniele è inedito come detto ed è stato selezionato da Verdelli seguendo un percorso non cronologico volutamente, per rendere più coinvolgente l’atmosfera che si respira, attraverso una lunga e paziente ricerca che ha permesso che la voce narrante del film fosse proprio quella dello stesso Pino, supportato dal contributo di Claudio Amendola.

Eccolo dal barbiere, eccolo in duetto con Eric Clapton, eccolo con Diego Armando Maradona e la squadra del suo Napoli, eccolo con De Gregori, eccolo a Tunisi per fare world music prima che sia una moda. C’è anche quando non c’è perché come spiega lui stesso in un frammento del film “Noi non possiamo tenere il tempo, dobbiamo entrarci dentro, non sono un intrattenitore, comunico tramite la musica. C’è un codice per entrare nel portale del tempo e io l’ho trovato, noi andremo via e il tempo resterà”.
Come ha spiegato Verdelli, giornalista e autore televisivo di trasmissioni importanti come “Unici” di cui questo docufilm è un ‘evoluzione di una puntata dedicata all’artista: “Mi sono fatto guidare dalle canzoni e dalle frasi di Pino che sono diventate il filo conduttore di questo lavoro. Abbiamo voluto fare un percorso emozionale e siamo letteralmente saliti su un autobus (ribattezzato Vaimò, come il tour del 1981) che ci ha riportato nei luoghi della Napoli di Pino Daniele, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che lui ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile”.

Tra i tanti amici che sono saliti su quell’autobus o sono entrati nella vita di Pino ricordandoci momenti magici e session irripetibili,  Joe Amoruso, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, ovvero i musicisti da sempre al suo fianco, troviamo poi anche personaggi come Renzo Arbore, Stefano Bollani, Ezio Bosso, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Eric Clapton, Clementino, Giorgia, Enzo Gragnaniello, Peppe Lanzetta, Massimo Ranieri, Ron, Vasco Rossi, Sandro Ruotolo.

Tante le chicche che impreziosiscono questo ricco ed interessante omaggio. Il sax di James Senese che intona la melodia di “Chi tene ‘o mare” affacciato sul porto di Napoli, prima che partano le immagini dell’esecuzione live di Pino Daniele, il rap-dedica di Clementino che si rivolge al maestro dai tetti della città, il racconto di Peppe Lanzetta di quella volta che alla fine del leggendario concerto del 19 settembre 1981 in piazza del Plebiscito, seguì la band in un ristorante pieno di impresari e portaborse e trovò Daniele rifugiato in uno dei pullman fuori dal locale che lo abbracciò commosso e incredulo per quella primo exploit della sua carriera con 200mila spettatori.

Quello poi che trasporta letteralmente all’emozione, è il filmato amatoriale realizzato nella casa romana di Massimo Troisi durante l’incontro in cui Pino presenta per la prima volta all’attore e regista di San Giorgio a Cremano l’abbozzo di quella che diventerà “Quando”, la canzone portante della colonna sonora del film di Troisi “Pensavo fosse amore invece era un calesse” e una delle più belle canzoni della nostra musica.  

Native

Articoli correlati