Che ne pensa della sostanziale bocciatura del lavoro fatto a Rainews24 da parte del direttore editoriale Rai Carlo Verdelli? La sostanza della domanda nell’intervista del Sole24Ore a Monica Maggioni era questa. “Ero a Bruxelles quando Verdelli ha parlato…”. Alla critica inequivocabile, ed anche affatto diplomatica, del nuovo direttore editoriale della Rai, la prima reazione dell’attuale presidente della Rai, sbarcata a questa carica dopo aver attraversato e diretto proprio il canale Rainews24 “bocciato”da Verdelli, è apparsa sinceramente puerile, e puerile perché imbarazzata.
Ma l’Italia, e la Rai – che, come si dice, da sempre è lo specchio di questo Paese – è fatta così: premia chi sgomita.
Perché il fallimento del canale alla news e l’ancora più catastrofico default del sito di news? L’attuale presidente della Rai ha dato risposte che in un altro Paese determinerebbero un gentile e fermo accompagnamento alla porta. Per motivare il fallimento, ha detto due cose, una è grave, l’altra appare falsa.
Quella grave: colpa di “un gruppo di giornalisti che ha lavorato contro”. Dalla poltrona più rappresentativa dell’azienda accusare la base redazionale è sembrata cosa disdicevole e di pessimo gusto. Un direttore si assume le proprie responsabilità e l’onere di governare una redazione, contestazioni comprese. “Specialmente chi ha avuto mano libera nell’assumere e promuovere”, dicono a Rainews24. Soprattutto – aggiungono – quando le contestazioni sono motivate, argomentate e fanno da contraltare (come è stato nella Rainews24 della Maggioni ) al criterio dei”due pesi e due misure”. Da una parte amici e fedeli, dall’altra chi,a giudizio della direttora, “lavorava contro” solo perché registrava i fallimenti, le scelte editoriali sbagliate, la sparizione delle inchieste, gli ascolti in picchiata nonostante i tanti mezzi offerti con tanta generosità dalla direzione generale di Luigi Gubitosi.
Questa la cosa grave. Andiamo a quella falsa. Ha detto la Maggioni:”Ho dovuto lavorare contro tutta la burocrazia dell’azienda”. In effetti, la burocrazia, fatta di regole, più che contrastata – aggiungono a Rainews24 – è stata scavalcata, con la benevolenza del settimo piano di viale Mazzini. Rainews24 poteva avere – unica testata, e se ne lamentavano gli altri direttori – tutto e subito. Corsie preferenziali per chi voleva lei, interni ed esterni. Ed anche esterni a scapito degli interni. Contratti. E promozioni a valanga ( mirata ), con doppi e tripli salti di carriera in spregio alla spending review, overdose di trasferte, studi nuovi, squadre di regìa, appalti per il sito che – come dice Verdelli – non guarda nessuno. Sito lanciato con una costosa campagna pubblicitaria, pure sugli autobus di mezza Italia. Un’età dell’oro – dicono “i giornalisti che hanno remato contro” – che ha prodotto ascolti da prefisso telefonico.
Risultato? Una testata dove Di Bella deve ricominciare daccapo, o quasi. E quella bocciatura di Verdelli…Ma, lei era a Bruxelles. E, alla faccia della digitalizzazione, non era connessa.