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Sanremo e la perfida gara dei big: 4 su 20 tornano a casa

C'è una domanda che frulla nella testa mentre si guarda Sanremo: perché, dopo quattro serate, eliminare solo 4 big su 20?

Sanremo e la perfida gara dei big: 4 su 20 tornano a casa
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13 Febbraio 2016 - 11.00


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di Davide Monastra

C’è qualcosa di profondamente sbagliato (e cattivo) nel meccanismo del Festival di Sanremo 2016: Carlo Conti lo ha spiegato con nonchalance ieri durante tutta la quarta serata. Sì, perché alla fine della puntata i telespettatori hanno scoperto i cinque big – Zero Assoluto (Di me e di te), Dear Jack (Mezzo Respiro), Neffa (Sogni e Nostalgia), Bluvertigo (Semplicemente), Irene Fornaciari (Blu) – che rischiano l’eliminazione: Conti ha quindi aperto un televoto, che durerà fino all’inizio della finalissima, che permetterà a uno dei cantanti di salvarsi e di rientrare in gara. Dunque a Conti fatti (la C maiuscola è voluta!)- se la matematica ancora ci assiste – alla fine di quattro serate di Festival a non esibirsi nella finale saranno solo in quattro… quattro su venti.

Perché?

La risposta è un segreto che nessuno conoscerà mai (2046, Wong Kar-Wai)

Non che qui si voglia fare i paladini dei cantanti in gara, ma che senso ha continuare una gara solo con 16 cantanti e non con 20? E nessuno dica che è un problema di orario (le occhiaie di tutti quelli che guardano Sanremo fino a notte fonda sono ben evidenti). Ma se si vuol rendere ancora lo spirito della competizione non si dovrebbe eliminare ogni sera qualcuno? E in questo caso sì, che la perfidia avrebbe un senso e aggiungere un po’ di pepe al (piattissimo) show della seminifinale (scagli il telecomando chi non ha sbadigliato almeno una volta!).Se poi si tratta di dover fare cassa con il televoto: beh… chapeau (ma c’è davvero qualcuno che ancora manda sms per votare il suo artista preferito? Vedi risposta film di Wong Kar-Wai).

Il problema di questo meccanismo del Festival è che, presumibilmente, si vuole accontenttare il maggior numero di artisti, illudere il pubblico che una gara esista ancora, e (nel buonismo generale che regna all’Ariston) far tornare a casa solo i quattro più… sfortunati.

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