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Simona Tabasco: la serie tv come trampolino di lancio

Intervista alla madrina del RomaFictionFest: 'Da Fuori Classe a È arrivata la felicità, vivo la serie come mezzo di condivisione, sul set come sui social'.

Simona Tabasco: la serie tv come trampolino di lancio
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13 Novembre 2015 - 16.04


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di Claudia Catalli

Com’è provare a farsi strada nel mondo dello spettacolo a 21 anni? Risponde Simona Tabasco, che ha già all’attivo un film per il cinema (Perez di Edoardo De Angelis) e due serie tv (Fuori Classe e È arrivata la felicità). La sua prima occasione gliel’ha fornita proprio la serialità televisiva: “Ho iniziato interpretando una ragazza musulmana – ci racconta l’attrice partenopea – Era la mia primissima esperienza: il mio sogno si stava avverando, e io non sapevo da dove iniziare”. Il gruppo di ragazzi con cui ha condiviso il debutto l’ha aiutata, si è sentita protetta, ha imparato che solo insieme si fa spettacolo. Glielo hanno insegnato anche il Centro Sperimentale e il personaggio di Tea in Perez: “Su quel set ho capito che ce la potevo fare, ma che avrei anche dovuto impegnarmi tantissimo”.

Che rapporto ha, da spettatrice, con la serialità televisiva?

Mi piace tantissimo, da piccola guardavo Dawson’s Creek e Baywatch, oggi seguo serie italiane come Gomorra e internazionali come Breaking Bad e Orange is the New Black. Ormai le serie raggiungono un livello di verità che supera il cinema, permettono approfondimenti sul reale, consentono di toccare anche i temi più scomodi. Non è un caso che la serie di Gomorra abbia avuto più successo del film.

Cosa cerca quando sceglie una serie da guardare?

I colpi di scena, se no mi annoio. La qualità della recitazione e della sceneggiatura. Sono poche le serie che mi hanno rapita veramente: penso a Transparent, ad esempio.

E da interpretare?

Lì ascolto l’amore che sento ogni volta che leggo una bella sceneggiatura o un buon personaggio.

Com’è Nunzia di È arrivata la felicità?

Sì, adorabile: un’estetista specializzata in nail art che finisce in uno studio di architettura chiamata da Pietro, cioè Alessandro Roja, per far dimenticare la moglie al fratello Orlando, cioè Claudio Santamaria. Con entrambi abbiamo legato molto, li considero due fratelli maggiori: mi hanno aiutato, c’erano scene in cui era impossibile non ridere! Nunzia poi è una ragazza allegra, ingenua, che sa viversela nonostante la sua poca conoscenza del mondo: oltre a ceretta e unghie sa ben poco, ma se la cava sempre. Mi ha insegnato a prendere la vita non troppo sul serio.

Costruire un personaggio e seguirlo per mesi è faticoso?

Per me lo è stato, è un lavoro continuo: Nunzia è stata con me otto mesi, quand’è così devi tenere sempre a mente le sue peculiarità, la storia, restare concentrata per un lungo periodo di tempo. Avevo paura di Nunzia: è un personaggio sopra le righe, temevo che il pubblico lo trovasse troppo caricato. Invece sui social leggo riscontri positivissimi.

Le piace il fenomeno della “social tv” con gli internauti intenti a guardare la serie e commentarla sui social media?

Di mio non guardo la tv così, ma il live twitting con il pubblico è divertente. Mi sembra anche un fenomeno positivo: hai una comunità che commenta le cose con te, da attrice è bello sentire di farne parte.

Il complimento più bello ricevuto?

Mi dicono che sorrido alla fine di una giornata stancante. Ha capito qual è il segreto per la felicità? Ci penso spesso. Forse nelle cose più semplici: nei momenti più difficili anche l’odore del caffè la mattina mi risolleva. O una telefonata di mia madre, qualcosa di familiare.

Complicato farsi strada nel mondo dello spettacolo a 21 anni?

Facile non è: sei sempre sotto i riflettori, hai bisogno di dimostrare per andare avanti. So che ho ancora tanta strada da fare, sono umile, anche quando storcono il naso perché sono troppo giovane e non mi affidano ruoli da protagonista. Io aspetto e continuo: per me ora è importante lavorare.

Le piace riguardarsi in tv?

Sì, ho imparato a prendere dallo schermo tutte le cose che non mi piacciono per cercare di fare meglio. Non è male guardarsi, bisogna accettare la realtà per quello che è. Certo sono molto severa con me stessa, provo a migliorarmi. Sono una perfezionista, anche troppo, e questo non va bene perché dal lavoro non stacco mai: torno a casa e leggo un libro, guardo un film, sono sempre a contatto con persone più grandi di me e con più esperienza di fronte alle quali non voglio farmi trovare impreparata.

Il suo modello attoriale?

La più grande di tutti: Anna Magnani. Nessuna è mai stata migliore di lei.

Quale serie tv le piacerebbe interpretare adesso?

Una serie d’azione, con personaggi alla Tomb Raider o Matilda di Leon, donne un po’ mascoline: sono una fan di film sui supereroi.

Televisione, cinema: al teatro ci pensa mai?
Eccome, lo sogno, spero di farlo presto: è la vera essenza di questo lavoro. L’odore del palco, la tournée, tutte cose che ho pazza voglia di sperimentare.

La verità: ha un’altra serie tv in arrivo per caso?

Sì, ma non posso dire quale: sono scaramantica.

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