Esiste una proposta di accorpamento dei telegiornali regionali di Abruzzo, Sicilia e Sardegna di cui si sa molto poco.
L’indiscrezione viene fuori grazie a Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale sardo, che decide di depositare un’interpellanza al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore dell’Istruzione e dell’Informazione Claudia Firino, affinché riferiscano quali misure la Giunta regionale intende adottare «al fine di evitare che la proposta in oggetto venga approvata ».
Una proposta che fa discutere per vari motivi, anche geografici.
Come si fanno ad unire, in una unica sede Rai, le redazioni di una regione come l’Abruzzo con quelle delle due isole?
Cosa hanno in comune?
La riforma della Rai è uno dei prossimi impegni in agenda per il governo Renzi. Si è cominciato a parlare di accorpamento già dallo scorso anno. La Rai sarà certamente investita da un processo di razionalizzazione e a farne le spese potrebbero essere le sedi regionali.
Non si sa ancora bene come e quando.
La riorganizzazione delle realtà locali è fortemente voluta dal Governo in base a un taglio imposto alla Rai di 150 milioni di euro nell’ottica di una spending review che investe vari settori pubblici.
Una rivoluzione che nel 2014 aveva fatto discutere molto di sé con altre proposte, come quella di unione delle sedi Rai di Abruzzo e Puglia.
I giornalisti avevano promesso battaglia chiedendo di non spegnere la voce dei tg locali. Anche la politica si era mobilitata.
(f.m.)
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