Braccialetti rossi, il Garante per l'infanzia: Esempio positivo | Giornale dello Spettacolo
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Braccialetti rossi, il Garante per l'infanzia: Esempio positivo

Vincenzo Spadafora plaude alla fiction di Rai1: 'Che ragazzi, malati, in pigiama siano diventati modello e punto di riferimento è di per sé straordinario'

Braccialetti rossi, il Garante per l'infanzia: Esempio positivo
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17 Febbraio 2015 - 10.16


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“Che un gruppo di ragazzi, malati, in pigiama, siano diventati dei modelli e dei punti di riferimento, e’ di per se’ straordinario. E la dice lunga sul bisogno di ‘positivita” e di valori che hanno gli adolescenti, i bambini e piu’ in generale gli italiani”. Vincenzo Spadafora commenta cosi’ la prima puntata della seconda serie di Braccialetti rossi, ieri sera su RaiUno. Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e’ da sempre un sostenitore della fiction che ha riportato i ragazzi a vedere la tv e ha generato un fenomeno social senza precedenti.

“L’Authority che presiedo ha sostenuto i ‘Braccialetti’ fin dalla prima puntata, due anni fa. A questa seconda serie abbiamo con gioia dato il patrocinio. Con i ragazzi del cast siamo andati anche in un ospedale pediatrico per far incontrare i malati della fiction con quelli della realta’: e’ stato un momento molto forte. Grazie alla loro vicinanza, siamo riusciti anche a veicolare una Carta dei diritti del bambino malato: il video realizzato ha contato quasi 30 mila visualizzazioni”.

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza non si ferma qui, ed entra nel merito del prodotto: “Ringrazio la Palomar che lo firma, Giacomo Campiotti il regista e la Rai nella persona di Tinny Andreatta, responsabile della fiction. Si capisce che c’e’ stato un lavoro di squadra teso non solo a confezionare un prodotto di qualita’, ma anche a veicolare messaggi positivi. Non a caso i protagonisti sono diventati per migliaia di giovani quasi degli eroi, perche’ capaci di reagire alla malattia, al dolore scovando il bello della vita. E rivendicandolo. Ogni dialogo ha dentro un concetto denso: rispetto dei ragazzi e di cio’ che pensano e vogliono, ascolto, amicizia, solidarieta’ e un confronto generazionale profondo, dove genitori, medici, famigliari, amici adulti crescono anche loro confrontandosi con i ragazzi. ‘Braccialetti’ e’ un esempio da tanti punti di vista”. (DIRE)

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