Quanti sono oggi gli inviati Rai a Parigi di questa e quell’altra testata, in aggiunta a Di Bella, a un paio di altri corrispondenti ed anche di un cosiddetto “articolo 2”, giornalista che deve assicurare al mese un determinato numero di servizi?
Quindi, quasi quattro giornalisti più gli inviati di Tg1, Tg2, Tg3, Rainews24, Giornali Radio e chissà quanti altri ancora, arrivati in queste ore nella capitale francese dalle pieghe di questa o quell’altra trasmissione. Sarebbe carino che l’Ufficio Stampa Rai, così solerte nei giorni scorsi nel diffondere un inedito comunicato per smentire voci sulla destinazione prossima di Maggioni e Mazza, ci desse il numero esatto di inviati e tecnici al seguito in queste ore a Parigi.
Tanta gente, e ieri si è toccata con mano l’incapacità sostanziale della Rai di rimodellare la programmazione, organizzando l’apporto di tante forze in campo. C’è stata Rainews24 con il suo direttore in studio, e meno male, il resto è stato routine, esclusa la “pecetta” notturna di Bruno Vespa, anticipata dall’intervista ad Alfano, e inframmezzata da uno scotto ricordo di Pino Daniele.
E la bandiera affidata alle seppure mani , seppure sapienti,di Federica Sciarelli. Per il resto, su Rai 3, a Linea Notte, si sono riconvertiti al terrorismo di Parigi i soliti ospiti che erano stati raccattati per sproloquiare di politica. Se ne è accorto il parlamentare PD, Michele Anzaldi, della Vigilanza, non è passato inosservato agli italiani alle prese col rinnovo dell’abbonamento.
Chi pensa? Chi organizza? Chi definisce giornalisticamente dove deve andare la barca perché non si areni, e pure dopo aver pagato un salato pedaggio? Saperlo…