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Lilli Gruber: Torno in tv e in libreria

La giornalista ha presentato il suo nuovo romanzo: Tempesta, edito da Rizzoli. E ha poi confermato di essere pronta per ritornare alla guida di Otto e mezzo.

Lilli Gruber: Torno in tv e in libreria
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21 Ottobre 2014 - 12.20


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“Questo libro è un attacco all’intolleranza. Un appello a trovare il coraggio di ammettere che in ogni tragedia collettiva esiste una responsabilità individuale”. Con questa affermazione, Lilli Gruber ha presentato alla stampa il suo nuovo libro, “Tempesta”, che esce nelle librerie il 22 ottobre 2014 per Rizzoli. Nel corso dell’intervista, la giornalista ha confermato anche di stare meglio e di essere pronta per riprendersi il posto di conduttrice di “Otto e mezzo” su La7, condotto al momento da Giovanni Floris

“Questo libro è un attacco all’intolleranza – ha dichiarato la Gruber -. Un appello a trovare il coraggio di ammettere che in ogni tragedia collettiva esiste una responsabilità individuale. È più intensamente mio di qualsiasi altra cosa io abbia mai scritto, è un’esplorazione personale del peggiore incubo della nostra memoria collettiva”.

“È il racconto della tempesta che ha travolto la mia famiglia, la mia Heimat e l’Europa intera nella Seconda guerra mondiale, la più devastante nella storia dell’umanità. La protagonista è la mia prozia Hella Rizzolli, la cui vita fu segnata da due dittature: l’una subita, il fascismo, l’altra sciaguratamente scelta, il nazismo – ha sottolineato -. Scrivendo di lei, e di tutti gli altri personaggi, alcuni reali, altri nati dalla mia immaginazione, mi sono confrontata con la consapevolezza che di fronte ai drammi della Storia, per quanto possiamo sentirci impotenti, nessuno è innocente. Ho trovato molto su cui riflettere: innanzitutto sul rischio mortale del rifiuto della diversità e dell’ossessione della purezza razziale. La Storia si ripete e oggi occorrono coraggio e determinazione per affrontare le nuove forme di odio e di violenza. Questo libro, più intensamente mio di qualsiasi altra cosa io abbia mai scritto, è un’esplorazione personale del peggiore incubo della nostra memoria collettiva. Ho voluto usare gli strumenti della fiction, della suspense e del dramma, per trasmettere una convinzione che nasce dal mio lavoro di giornalista e si è rafforzata in questa prova narrativa: scegliere il Bene dipende solo da ciascuno di noi”

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