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Rai e YouTube: viale Mazzini senza strategia

Il servizio pubblico non ha un accordo con il portale video: così perde il pubblico giovane e ci rimette anche economicamente

Rai e YouTube: viale Mazzini senza strategia
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26 Gennaio 2016 - 15.37


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Da giugno 2014 la Rai ha rinunciato ai circa 700mila euro all’anno di introiti pubblicitari che portava Google. Il conto al servizio pubblico lo ha fatto Il Sole 24Ore. Un secondo autogoal per la Rai, se si considera anche quando il direttore Mauro Masi nel 2009 chiuse la porta in faccia ai 350 milioni di Sky per le trasmissioni in chiaro sul satellite – epic fail come rilevò anche il Consiglio di Stato.

Michele Anzaldi, deputato Pd in vigilanza Rai, ha fatto notare che Mediaset si è mossa meglio. Dopo un lungo contenzioso con YouTube ha portato a casa un accordo commerciale che certamente non farà male alle sue casse. “YouTube – scrive Anzaldi su L’Unità – rappresenta un riferimento soprattutto per il pubblico più giovane, quello che si tiene più alla larga dai prodotti Rai, sul quale il servizio pubblico fatica a trovare una strategia”.

Il caso è all’attenzione della Commissione di Vigilanza. Nella speranza che il nuovo direttore generale Campo dall’Orto, molto interessato alle potenzialità digitali, indaghi su quanto accaduto. “Quanti soldi sono stati investiti sui portali Rai e quali introiti hanno prodotto? – chiede Anzaldi – Sarebbe singolare se l’addio a Youtube, oltre che al danno d’immagine per l’assenza della Rai da una piattaforma simbolo della rete soprattutto per i giovani, avesse prodotto solo un buco economico quantificabile finora in oltre un milione di euro”.

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