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Urbano Cairo contro il super canone Rai: è concorrenza sleale

Il commento di Urbano Cairo, editore de La7 e della Cairo Communication, a proposito della riforma della Rai e del canone: 'Siamo al limite della concorrenza sleale'.

Urbano Cairo contro il super canone Rai: è concorrenza sleale
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

24 Dicembre 2015 - 10.55


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“Siamo al limite della concorrenza sleale”, siamo “quasi agli aiuti di Stato”. Lo ha dichiarato in un’intervista Urbano Cairo, editore de La7 e della Cairo Communication, a proposito della “riforma della Rai” e del canone. Secondo Cairo è giusto che lo Stato dia la caccia a tutti gli evasori dell’imposta tv, ma è “ingiusto che i benefici dell’ operazione vadano per intero a un solo soggetto del mercato, la Rai, che peraltro è totalmente pubblico. Questo approccio danneggia gli altri editori, della televisione, della carta stampata, della radio, di Internet”. “La Rai incassa già 1635 milioni dal canone – ha proseguito l’editore -. Ora, grazie alla bolletta elettrica, stima di arrivare ad almeno 1835 milioni. Secondo Mediobanca, andrà addirittura vicino quota 2000. A questa cifra, enorme, dobbiamo aggiungere altri 675 milioni di spot. Se la Rai incasserà 200 milioni, almeno 200 milioni in più di canone, ma per Mediobanca sono quasi 300, allora dovrebbe rinunciare a una fetta dei suoi spot. Il super canone permetterebbe di liberare risorse pubblicitarie e di aiutare gli altri media, le tv private, le radio, i giornali, il web”. Cairo ha poi concluso aggiungendo: “Sul piano personale non ho bisogno di niente. I conti del mio gruppo sono in ordine. Non ho messo alla porta nessuno, semmai ho lanciato nuovi giornali e fatto delle assunzioni, e La7 è risanata. Ma tutto intorno altri editori hanno avuto problemi, talvolta licenziando. E ad ogni editore che chiude i battenti, soffocato, un pezzo di pluralismo scompare. Intanto la Rai – forte del super canone – continuerà forse nella sua politica di dumping. Potrà vendere i sui spot a prezzo di saldo, come ha fatto negli anni bui della crisi, con ulteriore danno per gli altri editori”.

Va detto che non ha tutti i torti, l’editore infatti sta investendo parecchio sull’informazione, in modo provocatorio ma non del tutto errato si può affermare che sia più La7 a fare servizio pubblico che la Rai in alcuni casi. 

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