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Cinema: ecco come sarà il 2016

Uno sguardo al mercato cinematografico nazionale: l'inizio anno sarà buono, meno in estate per colpa degli Europei di Calcio. [Piero Cinelli]

Cinema: ecco come sarà il 2016
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22 Dicembre 2015 - 14.20


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di Piero Cinelli*

Lo scorso gennaio ci aveva provato Siani e con 15 milioni c’era quasi riuscito, adesso Pietro Valsecchi mette in campo Francesco, sì proprio lui, il Papa inviato dal cielo o dall’Argentina, uno che di miracoli se ne intende. Poi se non bastasse arriva anche Checco Zalone da Bari, che se riuscisse anche questa volta, a toccare quota quaranta milioni, come minimo, va fatto subito beato.

Il problema è, però, è che al di là dei miracoli veri o presunti, un’industria evoluta e seria non può e non deve basarsi sugli eventi.
Immaginiamo, piuttosto, per un attimo un mercato maturo, razionale, dove tutto funziona perfettamente o quasi e dove comunque, si riflette analiticamente sul numero eccessivo delle uscite nelle sale in certi weekend dell’anno, a fronte di un mancato sostegno fattivo nei confronti delle opere prime e seconde, e ad una mancata diversificazione dei generi.

Miracoli a parte, come sarà questo 2016 che a fronte di tante proposte, in estate ci presenta lo scoglio dei Campionati Europei di Calcio, rischiando di rimettere in discussione il percorso accidentato della programmazione estiva? Un prosieguo della stagione che in Italia stenterà a decollare fino a quando anche i produttori italiani crederanno davvero nelle potenzialità ancora inespresse di un periodo estivo che potrebbe trasformare significativamente il mercato nazionale, agganciandolo definitivamente ai Box Office degli altri territori continentali.

Nessun problema per i primi mesi del 2016, dove tra Zalone, Verdone, Tarantino, Batman, ogni mese ha un santo protettore, almeno fino a maggio, che tra Captain America, X-Men Apocalypse e Warcraft, di numi protettori ne ha almeno tre. Poi si naviga a vista, fino ad agosto, quando il gioco dovrebbe farsi più duro. Lasciamo perdere l’autunno, che per vederlo meglio dovremo aspettare Riccione, e concentriamoci sulla prima metà. Sulla carta il numero dei tentpole, almeno fino a maggio, supera quelli del 2015. Mentre il confronto tra le due estati, da questo punto di vista, almeno al momento, è ancora impietoso.

Molto ricca l’offerta dei titoli di animazione, ma il settore che sulla carta appare decisamente il più forte, e dove si intravede ahimè una concorrenza spietata, è quello del cinema internazionale di qualità, da cui è facile prevedere l’arrivo di qualche bella sorpresa.

E il cinema italiano? Le proposte di Zalone, Salemme, Verdone, Virzì, Sibilia, Genovese e Tornatore nella prima metà dell’anno, seguite, tra le altre, da quelle di Miniero, Siani, Ozpetek nella seconda metà del 2016 lasciano ben sperare in termini di incasso, sebbene sia evidente che il rinnovamento e il rilancio della nostra cinematografia debba puntare anche alle nuove possibilità di sperimentazione da parte dei tanti giovani e straordinari talenti presenti nel nostro paese. Rivelazioni che non passano solo tramite i nomi degli autori, ma che trovano la pietra angolare anche nella costruzione di un nuovo Star System con nuovi attori ed attrici, da inserire nei cast un po’ logori ed abusati visti in questi anni, forse, troppe volte.

Un ‘buzz’ molto positivo, ad esempio, è quello che precede la stagione di un attore, che potrebbe essere la nuova rivelazione dell’anno così come nelle scorse stagioni lo sono stati, ad esempio, Marco Giallini, Stefano Fresi, Greta Scarano, Anna Foglietta e Alessandro Borghi di Suburra e di Non esssere catitivo: Paolo Calabresi. Mentre a dicembre lo vediamo nuovamente in Tv con Zio Gianni 2, la ‘iena’ Calabresi è l’unico attore italiano del film di Giuseppe Tornatore la Conversazione, nonché uno dei protagonisti del nuovo film di Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale “Beh, certo la riconoscibilità è quella che ti viene chiesta dall’industria che così può lavorare su di te e renderti una sorta di ‘prodotto’.” Spiega Paolo Calabresi “Io, però, credo che un attore debba sembra potere cambiare e sorprendere, altrimenti rischia di diventare un mestierante. Per me la cosa più importante è essere credibili, trasformarsi, adattasi alle esigenze del regista.” Apprezzabilissime lungimiranza e chiarezza nelle parole di questo bravo attore che potrebbe diventare presto uno dei Santi protettori del nostro cinema.


*Questo articolo è stato pubblicato sul numero 7 dell’edizione cartacea del Giornale dello Spettacolo. Per leggerlo [url”CLICCA QUI”]http://goo.gl/xsgC7E[/url]

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