Il Premio Strega 2015 va a Nicola Lagioia che sbaraglia tutti e si aggiudica il riconoscimento letterario con 145 voti per il suo romanzo ‘La ferocia’ (Einaudi) e dedica il premio alla moglie Chiara, che chiama con lui sul palco dando un tocco di romanticismo al Ninfeo di Villa Giulia nella serata finale. “Dedico a Chiara, mia moglie, la vittoria e questo libro.
Senza di lei ‘La ferocia’ non sarebbe stato possibile”, ha detto Lagioia tenendo in mano la bottiglia del liquore Strega che ha fatto bere anche alla moglie. Il vincitore ha fatto anche riferimento alla situazione greca spiegando che: “La ferocia, come il titolo del libro, è quello che sta accadendo ora ad Atene. Siamo sulla stessa barca, se fallisce la Grecia fallisce anche la Germania”.
Dopo di lui Mauro Covacich con ‘La sposa’ (Bompiani), 89 voti, e terza la misteriosa scrittrice Elena Ferrante con ‘Storia della bambina perduta’ (E/o), data in primo tempo per vincente e su cui ha puntato fino all’ultimo Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega 2014 e presidente della giuria, dichiarando pubblicamente il suo voto per l’autrice fantasma con un tweet. “Lo Strega dovrebbe migliorare sulla limpidezza del voto, ma in fondo lo amo con i suoi pregi e difetti. Anche quest’ultima serata è un baraccone che un po’ ci rappresenta”, ha detto Piccolo.
In una serata molto più ordinata e composta del solito, con per la prima volta al Ninfeo di Villa Giulia circa 500 ospiti in meno e tutti gli invitati seduti ai tavoli, anche la proclamazione del vincitore – trasmessa in diretta su Rai Tre con la conduzione di Concita De Gregorio dalle 23,15 – è avvenuta senza la consueta arena di pubblico, giornalisti e fotografi sotto il palco e sono mancate anche le stravaganti mise delle signore della nobiltà romana.
Un’altra novità nel Premio Strega, che quest’anno ha rivoluzionato le sue regole con l’espressione non più di un voto ma di tre per la cinquina, è stata la scenografia con una pedana di plexiglass e lettere colorate rosse al centro del Ninfeo dove l’attrice Paola Minaccioni, inviata per un giorno, ha parlato di un premio che “è un pò come la Notte degli Oscar”. Mentre la De Gregorio, in abito lungo su toni del verde, ha voluto ricordare la situazione greca dicendo: “Salutiamo la Grecia, speriamo bene”. Ai tavoli il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, che nell’ultimo Premio Strega prima della probabile fusione del gruppo Mondadori-Rcs, la cosiddetta ‘Mondazzoli’, ha sottolineato: “Comunque vada la vicenda il Premio resterà lo stesso. I problemi sono altri, trust, eccetera, non lo Strega”. Tra i big dell’editoria Paolo Mieli, Gian Arturo Ferrari e, seduti ai tavoli, Stefano Rodotà, Luigi Abete, Dacia Maraini, Melania Mazzucco, Sandro Veronesi, Maria Rita Parsi, Geppi Cucciari e anche Roberto D’Agostino.
Assente il sindaco di Roma Ignazio Marino e il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Allegro e sereno per tutta la serata Nicola Lagioia, che nel suo romanzo complesso ma amato, che è nello stesso tempo un noir, una storia gotica e un racconto familiare, non pensava di poter “incontrare un pubblico tanto ampio”. Piuttosto tranquillo anche Fabio Genovesi, che con ‘Chi manda le onde’ (Mondadori), già vincitore del Premio Strega giovani, porta al gruppo di Segrate una doppia vittoria. Arrivato quarto a pari merito con Marco Santagata e il suo ‘Come donna innamorata’ (Guanda), con 37 voti, Genovesi ha sottolineato: “Sono qui come un turista”.
Mentre Covacich aveva spiegato: “Mi lusinga il fatto che Elisabetta Sgarbi abbia voluto investire nel mio libro di racconti, un genere sul quale non si investe”, parlando del suo romanzo ‘La sposa’.