Il modo di consumare la musica, nel corso degli ultimi 10 anni è notevolmente cambiato. Ormai l’ascolto di brani musicali passa principalmente attraverso lo streaming. Il comportamento dei consumatori è cambiato ed anche l’industria della musica sta cercando di mettersi al passo con queste innovazioni, perché ormai vendere musica, in modo tradizionale, così come si è fatto fino ad oggi, è poco remunerativo.
I dati, provenienti da tutti i paesi occidentali, hanno registrato un calo netto, a partire dal 2013 delle vendite di cd, mentre l’unico settore che ha continuato ad essere in crescita è quello della musica venduta tramite lo streaming. A guadagnarci quindi sono stati quei i servizi di abbonamenti per pc, smartphone e tablet che permettono all’utente di ascoltare musica online senza scaricare il file sul proprio dispositivo.
Internet quindi ha cambiato tutto e anche l’industria musicale deve cercare di modernizzarsi. Ciò che non è collegato al web perde di fascino, con gli utenti disposti a spende centinaia di euro solo per possedere l’ultimo modello e possedere anche le ultime applicazioni (Spotify, Rhapsody, Deezer) che permettono di essere all’avanguardia anche nell’ascolto della musica.
Le grandi aziende stanno lottando tra di loro per accaparrarsi questa nuova fetta di mercato e imporsi come leader del nuovo settore musicale.
Google Play Music, il servizio nato nel 2011 di proprietà di Google, ha una vasta gamma di file di fino a 22 milioni di canzoni. Al fine di arricchire questa piattaforma, il gigante di internet ha acquisito Songza, un’applicazione che permette di creare playlist in base alle preferenze dell’utente. Tuttavia, secondo The Guardian, Google avrebbe puntato direttamente Spotify, la società svedese leader da anni del mercato della musica streaming.
Anche Apple sta cercando di correre ai ripari. Le vendite [url”dell’iPod”]http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=72795&typeb=0&21-07-2014–La-Sony-rilancia-la-moda-del-walkman[/url], il dispositivo che 10 anni fa aveva rinnovato i lettori mp3, sono diminuite quest’anno, con un calo del 48% rispetto al 2013. Un calo considerevole è stato registrato anche da iTunes, con gli utenti sempre meno propensi a spendere gli 0,99 per scaricare l’mp3, preferendo lo streaming. Da Cupertino però hanno già fatto sapere di aver raggiunto un accordo con Bets, azienda europea di auricolari, e che sono pronti importanti aggiornamenti per il lettore musicale “streaming” che è stato lanciato lo scorso anno e che è simile ai servizi di Spotify.
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