L’attore, comico e scrittore Alessandro Bergonzoni domenica 19 è intervenuto in piazza VIII agosto a Bologna alla manifestazione delle Sardine con un discorso che qui pubblichiamo integralmente. Bolognese del 1958, Bergonzoni ricorda i casi di Stefano Cucchi, Claudio Regeni, Aldovrandi ed esorta i partecipanti a intervenire nella vita civile: tanta energia non vada dispersa, prendiamo coscienza, prendiamo posizione, andiamo nelle scuole, nelle carceri, negli ospedali, ovunque per raccontare un’altra verità rispetto a chi semina odio. Pubblichiamo il discorso integrale su concessione dell’autore.
Umani in alto! Dai Anzi sovrumani in alto, ci dobbiamo alzare non solo la mattina ma cambiare dimensione fare un salto in altro! Ci dobbiamo rianimare.
Su su, dai dobbiamo cambiare linguaggio, intelligenze, energia, vite, passo. Alè Alè
È arrivato il momento di manifestare, di contarci e di contare in questa e in tutte le piazze, le piazze della rivolta, della pace, del lavoro, delle scuole, dei teatri, dell’arte, per ogni manifestazione anche manifestazione d’affetto come quella di oggi.
È arrivato il momento ma bisogna andare a prenderlo altrimenti passa in un momento e noi siamo qui per questo: perché la parola Ahimè non significhi più purtroppo o peccato;
“hai bisogno, sei solo, hai paura??? Tranquillo hai me!!!”
Noi ci siamo. Finora abbiamo fatto il possibile ma dobbiamo cominciare a fare l’impossibile, l’incredibile. Non possiamo più solo lavorare ma si deve capolavorare, non si può più fare un mestiere solo, siamo invocati, dobbiamo fare nesso con chiunque, dovunque, in tutte le posizioni senza paura.
Collega non è più un sostantivo ma un verbo: unisci fai passare energia, elettricità, forza. Siamo fili di un Dio maggiore e conduciamo luce, non fili spinati, fili spezzati. Credo in queste trasmissioni, non quelle delle televisioni dove anneghiamo nelle nostre salive a forza di sparlare e voler apparire.
La Politica da sola non basta più, manchiamo noi: ma adesso ci siamo per cambiare dentro, fatemelo ripetere, il nostro ministero degli interni. Non la Costituzione ma la nostra costituzione interiore! È questione di anime non di stati, ma di stati d’animo, non di partiti, ma di spirito, non solo di amministrazione, questo vuol dire prendere posizione, prendere corpo e riprendere coscienza e conoscenza.
Dobbiamo passare a miglior vita ma in questa, dobbiamo passare a un altro mondo ma in questo, da vivi, dando a tutti la nuova carta di dignità. È una questione poetica prima che etica, essere “diversi” dentro ha la parola versi. È questione artistica di bellezza e come dico da anni ribellarsi tornare al bello, al bene, al sacro. Antidoti dell’odio extra vergine e l’odio di scemi vari che abbonda in rete.
E ora tocca a noi: gli esempi sono finiti, non possiamo più chiederlo solo ai Don Ciotti, ai Gino Strada, Falcone e Borsellino (alla sorella di Cucchi, alla madre di Aldrovandi). Noi adesso dobbiamo diventare gli esempi, dobbiamo avverarci, avverare, avvenire, succedere e far succedere ogni momento, ogni giorno: quando torniamo a casa, durante tutte le nostre azioni quotidiane, i Nostri Movimenti, andando nelle scuole, negli asili, nelle carceri, negli ospedali a raccontare e ascoltare altre verità, altra democrazia, altri diritti e doveri… Dov’eri quando affamavano l’Africa? Dov’eri quando bombardavano i civili?
Vedo l’ora di cambiare, di salvare non solo le banche ma anche chi va per terra e per mare! Vedo l’ora di imparare a fare, di ringraziare tutte le ONG che sanno prendere e dare: accorriamo, occorriamo, soccorriamo. S.O.S Save Auar Souls.
Perché dare una mano è un piacere, un dovere e un diritto universale, ma non ne abbiamo solo due di mani ne abbiamo un’altra, la terza che può colpire, la Mancanza…
Stiamo già trasformandoci, vedo studenti ottusi girare l’angolo e diventare acuti, dai che ce la possiamo fare! Alè Lo sento, lo vedo, stasera stravedo per voi, con occhi mai messi…
Vedo l’uomo che allunga le mani smettere finalmente di molestare le ragazze e fare l’ortopedico… Sai allungare le mani: fai l’ortopedico! Trasforma, arriva fino alla grande metà la metamorfosi. È anche questione di fantasia
Proviamo a costruire una funivia che colleghi San Pietro alla Medina, la Medina al Tibet, il Tibet a Gerusalemme, Gerusalemme a Gaza e Gaza fino a Costantinopoli e da Costantinopoli senza piloni fino a Kabul, Mosul, Damasco, Washington e ritorno.
La guerra fa milioni di morti ma anche milioni di poveri vivi: a noi sfamarli e accoglierli.
Questa è la legge della sicurezza che vogliamo per decreto: stendiamo tutti i muri a terra e usiamoli come ponti per unire come cordoni ombelicali corridoi umanitari!
(Pace sulla terra perché la guerra interra e seppellisce).
E chi di spada ferisce la smetta!!! Però mai nessuna vendetta.
Dobbiamo essere di una chiarezza disarmante. La guerra è il punto G degli impotenti della terra… ma fateci il piacere… Noi dichiareremo la prima pace mondiale anche da questa piazza insieme a tutte le altre del pianeta, contemporaneamente, per cercare persone con cui stare non da conquistare.
Devo, posso, Opossum, possiamo agire, non solo reagire, siamo qua per questo: non solo per fare musica ma per cambiarla, stravolgerla cambiando tenore di vita…
È bello vedere tante persone che ascoltano un concerto, ma mi piace pensare che siamo qui anche per ascoltare un concetto! Il concetto di coscienza, di condivisone, di legalità e di speranza……
Vedo spesso i gesti di qualche squilibrato passati alla cronaca ma non capisco come molti equilibrati non abbiano ancora trovato il modo di fare una legge vera contro la tortura. Che tortura d’Egitto mi dirà qualcuno: proprio quella dei Regeni d’Egitto e della Diaz d’Italia
(Vedo che dobbiamo cambiare subito adesso: siamo vecchi siamo vecchi come il cucco, siamo Cucchi, siamo Regeni, siamo Aldrovandi, siamo Cucchi, siamo Regeni, siamo Aldrovandi. Queste sono le prove viventi che la tortura esiste ancora).
Da qui vedo anche un’infinità di pappataci, tanti pappataci tutti in Vaticano papà taci papà taci. Perché? Vorrà dire qualcosa, a chi? Chissà: ecco chi sa parli! Da qui vedo la statua dell’Omertà molto più grande della libertà… È enorme: senti come tace stiamo violando altissimo!!!
(Da qui guardo la stella cometa che guida i migranti: li accogliamo o li raccogliamo? Raccolta differenziata e dove li mettiamo? Nella carta cioè sui giornali, nel vetro cioè nelle televisioni o nell’umido sotto terra o nel mare sepolti dalla baraonda?).
Impariamo dalla storia, dai Maya, dai Greci, dagli Ittiti a non essere mai più una piazza di Zittiti! I nostri reali saranno Re Agire e Re Sponsabile. Non saremo più un popolo sotto dettatura.
Si apra una nuova era (dopo il Rina scimento e il riso rgimento ) apriamo stasera l’era del Risa rcimento: ridando alla terra e a tanti popoli il maltolto, l’usurpato, il depredato, l’espropriato, una volta per tutte chiedendo scusa e recitando la Vergogna,
perché così cambierà il clima che c’è, non solo quello metereologico ma quello tra gli esseri viventi che pensano, che amano, che non subiscono più. Parleremo coi grandi della terra ma quelli veri: alberi, fiumi, animali, mari, montagne! Proviamoci adesso: per questo sono qui anche io così non piangeremo più sul latte versato ma cambieremo mucche!
Vi lascio con un pensiero sulle sardine…….
Continuiamo a suonare e a risuonare siamo noi gli strumenti continuiamo a cantare e incantare….
Grazia Wiwa