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In a Mosaic World, il teatro immersivo di Karim Galici

La rappresentazione del mondo come mosaico di umanità in uno spettacolo itinerante in scena a Cagliari il 21 e il 22 dicembre

In a Mosaic World, il teatro immersivo di Karim Galici
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21 Dicembre 2018 - 14.15


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di Chiara D’Ambros 

ll 21 e il 22 dicembre va in scena a Cagliari una performance di “teatro immersivo” “In a Mosaic World”,  
Un percorso durato un anno, curato dal regista Karim Galici realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Sicomoro Onlus. Sono stati coinvolte quasi 150 persone tra gli studenti di 4 scuole superiori di Cagliari, che hanno contribuito alla realizzazione di video, scene e costumi, alcuni studenti del conservatorio per la cura della parte sonora,  gli ospiti di alcune strutture di accoglienza provenienti da vari paesi dell’africa, dal Bangladesh, colombiani, brasiliani, e alcuni europei che sono emigrati all’estero che sono stati intervistati via Skype, e la loro storia è entrata a far parte del copione. 
Con un pubblico di 40 spettatori si parte dal Palazzo della Regione, dove ci sono le stature di Costantino Nivola, artista sardo che è emigrato negli Stati Uniti nel 1938 a causa delle leggi raziali. Si procede verso il porto e dopo una configurazione di corpi che rappresentano l’umanità, gli attori formano barche umane pronte a procedere a passo di danza per la città. Ognuno di loro ha un ombrello in testa e un poncio. Entrambi sono colorati e creano un mosaico umano in movimento. Tutti i colori diversi compongono un’opera d’arte straordinaria che ha bisogno di ogni singola tessera per essere tale. In movimento si raggiungono alcune postazioni dove queste barche si incontrano e si fronteggiano a passo di danze tradizionali per arrivare all’Ex Fabbrica di tabacchi. In ognuna delle sale di questo edificio, che sta diventando un centro culturale importante per la città ,viene rappresentato un continente. L’arrivo delle barche umane nei continenti scatena una festa dopo una lunga metaforica navigazione. In ogni sala-continente si compie un percorso di conoscenza sensoriale, si incontrando le persone che quel continente rappresentano e lo incarnano, ne portano con sé i sapori e le storie.
E’ presente anche l’Europa dato che ci sono centinaia di migliaia di persone che migrano anche dal nostro continente e che a parte il viaggio iniziale poi si trovano ad affrontare alcuni degli stessi problemi di tutti i migranti: staccarsi dalla famiglia, avere i documenti, ricominciare tutto da capo per una vita migliore. 
Galici lavora da anni su progetti teatrali che coinvolgono i migranti. In the Mosaic World è stato possibile grazie al finanziamento della regione Sardegna, per l’arte e l’integrazione. In precedenza Galici aveva lavorato ad un altro evento performativo “Vita nella città” che era realizzato grazie ai stanziamenti ministeriali da MigrArti, progetto che a partire dal 2019 non verrà rinnovato dal Ministero perché ritenuto non idoneo per essere considerato strutturale.
Galici sottolinea: “Io non ho bisogno dei migranti per il mio percorso come artista. Quando vengono chiusi questi progetti la mia preoccupazione è sociale, perché vuol dire tornare indietro e questo mi inquieta più come cittadino che come regista. Io che ho lavorato e lavoro con migranti ho ricevuto attacchi e insulti. Per fortuna sono stati ridotti perché le persone mi conoscono per quello che faccio con naturalezza e a cuore aperto, e molti mi hanno manifestato grande solidarietà. Quindi possiamo sperare che ci sia molta gente che va in una direzione migliore.” Parole ottimiste e figlie di una forte motivazione dovuta al fatto che ha visto negli anni potenzialità di questi percorsi in cui gli “attori” attraverso il teatro si incontrano, gli stranieri imparano l’italiano, sperimentano varie forme di relazione, entrano in contatto con diverse tradizioni, e hanno la possibilità di riconoscere le proprie radici e raccontarle. Tuttavia i dirompenti cambiamenti hanno avuto effetti significativi nel lavoro di questo regista perché a causa del decreto sicurezza ha perso uno dei suoi attori principali, un ragazzo ghanese di 18 anni con cui lavorava da anni e che poche settimane fa è stato ritenuto non idoneo per avere il permesso di soggiorno. Da quel giorno è scappato per paura di essere rimpatriato senza avvisare nessuno.
Il mondo è oggettivamente un mosaico ormai. Per due giorni le strade di Cagliari testimoniano la ricchezza che può scaturire dall’incontro virtuoso di tanti colori diversi.

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